Avellino, Acs verso la liquidazione: Rotondi (vertice aziendale) “Una sconfitta, ma spero nel buon senso del Commissario”

Il 20 ottobre la municipalizzata sarà posta ufficialmente in liquidazione. In bilico il futuro dei lavoratori, tra pensionamenti, trasferimenti e l’ipotesi di internalizzazione nel Comune.

Il percorso di liquidazione dell’ ACS, storica municipalizzata del Comune di Avellino, entra nella fase decisiva. Il 20 ottobre, davanti al notaio, la società sarà ufficialmente posta in liquidazione e verrà nominato un liquidatore da parte della Commissaria prefettizia. Sul tavolo resta il tema più delicato: il destino dei dipendenti. A fare il punto è Gianluca Rotondi, vertice di ACS, che chiarisce le possibili prospettive per il personale.

«Un eventuale transito nel Comune – spiega Rotondi – potrebbe avvenire solo attraverso una cessione di cantiere vuoto per pieno. Una parte dei lavoratori, prossimi alla pensione, potrebbe essere accompagnata all’uscita, mentre altri potrebbero essere assorbiti da aziende private. Io però confido che il Commissario, fino all’ultimo, tenti di internalizzare il personale e consentire a chi ha dato tanto alla città di concludere la propria carriera all’interno del Comune».

Rotondi ha poi ricordato come l’azienda, negli ultimi anni, sia stata spesso al centro del dibattito politico e di critiche sulla gestione economica.

«Devo essere sincero: non avevo previsto questo epilogo. Avevo immaginato un piano di rilancio per rendere ACS un polo informatico a supporto del Comune e delle aziende avellinesi. Invece, fin dal primo incontro, è stato deciso che la società sarebbe andata in liquidazione».

Secondo Rotondi, una delle cause principali del declino è stata la mancanza di monitoraggio delle attività e di valorizzazione dei servizi svolti:

«Per anni ACS ha operato senza che nessuno misurasse realmente il valore del suo lavoro. È come andare ogni giorno in ufficio senza poter dimostrare ciò che si fa. Questo ha contribuito a svuotare l’azienda».

Infine, un passaggio personale carico di amarezza:

«Per me è una grande sconfitta. Non credo di avere particolari responsabilità, ma forse non sono stato abbastanza convincente. Mi dispiace soprattutto per i lavoratori, persone che da anni danno l’anima per questa azienda».

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