Artigianato in Campania, Cna: “Bene ddl su riorganizzazione”

“La Confederazione Nazionale dell’Artigianato, nel suo Coordinamento Regionale, esprime la sua soddisfazione per l’esito positivo degli emendamenti presentati dall’on. Antonio Marciano al disegno di legge della Giunta Regionale che riorganizza le normative in materia di artigianato in Campania. La CNA -si legge nella nota – aveva già salutato come una vera e propria svolta che, dopo anni di silenzio, finalmente la massima istituzione legislativa campana fosse tornata a volgere la sua attenzione ad un settore che è e resta decisivo per l’economia campana.
Le preoccupazioni che avevamo sollevato in ordine alla difficoltà della finanza regionale ad appostare risorse adeguate per attività di sostegno e di rilancio sono state confermate -come temevamo- dall’entità dello stanziamento che è del tutto insufficiente alle esigenze di cui il comparto, soprattutto dopo anni di indifferenza, avrebbe bisogno.
Con gli emendamenti proposti dall’on. Marciano, ed accolti dalla Commissione competente, la regione fa propria l’esigenza che avevamo posto che le risorse a disposizione di anno in anno, anche sulla base di una effettiva consultazione con le associazioni e sui risultati delle iniziative precedenti, venissero concentrate non disperse su una miriade di interventi senza poter avere la “massa critica” necessaria a produrre effetti duraturi.
Ma la CNA saluta soprattutto, come una straordinaria novità, quella di introdurre, nelle misure indirizzate al complesso delle Piccole e Medie Imprese, una differenziazione, peraltro prevista dalla normativa comunitaria, per sottrarre le aziende sino a dieci dipendenti, le cosiddette “microimprese“, da una concorrenza ineguale con imprese ben diversamente strutturate, di ben altro peso finanziario ed organizzativo.
L’artigianato in Campania ha sofferto e soffre non solo degli effetti devastanti di una crisi economica che ha costretto centinaia e centinaia di saracinesche ad abbassarsi per non alzarsi mai più e tante e tante altre imprese a rifugiarsi nell’anonimato fiscale pur di sopravvivere; ma ha sofferto anche della sua totale cancellazione, nell’attenzione delle istituzioni nazionali e locali, come comparto autonomo. Eppure l’artigianato era e resta la rete di un sistema di relazioni economiche e sociali in grado di dare, con le sue attività di servizio, vivibilità a quartieri e paesi; con le sue produzioni artistiche e di qualità, un contributo a mantenere ed esaltare le caratteristiche culturali della Campania; ma soprattutto, nelle sue attività di produzione, di essere l’humus che alimenta un sistema produttivo che si evolve a dimensione dei mercati globalizzati.
La scelta che sottende la distinzione dell’artigianato dal più complesso sistema delle PMI e di dedicare ad esso risorse specifiche, è un atto di svolta che può segnare l’avvio, se non della rinascita, almeno di una riconsiderazione del comparto come una delle potenzialità su cui scommettere per l’avvenire. Attendiamo le scelte conseguenziali sin dai prossimi atti di utilizzazione delle risorse comunitarie”, conclude la nota.

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