
Un piano di mobilità integrata per spezzare l’isolamento del capoluogo irpino e rilanciarne il ruolo nel contesto regionale e nazionale. È questa la visione illustrata dall’architetto Mauro Smith, dello studio Smithbarracco, durante la presentazione ufficiale del progetto di collegamento ferroviario tra Avellino e Napoli, promosso da ANCE Avellino.
«Il punto di partenza è superare l’isolamento – ha dichiarato Smith –. È una riflessione che parte dalle reti europee TEN-T, ma si innesta nella scala locale: Avellino ha bisogno sia di connessioni esterne che di un sistema di mobilità interna efficiente».
Una città connessa dentro e fuori
Alla base del progetto, infatti, non c’è solo una nuova linea ferroviaria verso Napoli, ma anche la proposta di un anello tramviario urbano – un “tram frame” – che colleghi in modo continuo e capillare i diversi poli della città, dagli istituti scolastici agli uffici, dai servizi alle aree residenziali.
«È una metropolitana leggera di superficie – ha spiegato l’architetto – che permette di spostarsi da ogni nodo verso le funzioni principali in soli 5-10 minuti a piedi. Si tratta di un modello di città policentrica, adottato in molte realtà europee e nordamericane, che migliora la vivibilità e riduce la dipendenza dall’auto privata».
Sostenibilità e realismo progettuale
Uno dei punti di forza del progetto risiede nella sua sostenibilità tecnica ed economica. La nuova linea ferroviaria potrà riutilizzare infrastrutture esistenti o dismesse, in particolare lungo l’asse Avellino–Frattamaggiore–Afragola, abbattendo tempi e costi di realizzazione.
«Almeno metà del tracciato è già disponibile o da riqualificare – ha precisato Smith –. Non vogliamo stravolgere il territorio, ma valorizzarlo».
Anche il sistema tramviario, ha sottolineato l’architetto, è flessibile e a basso impatto: si adatta al tessuto urbano, affronta curve strette e pendenze leggere, e richiede interventi limitati rispetto a una metropolitana tradizionale.
«È un mezzo amato dalla cittadinanza: viaggia allo scoperto, integra il paesaggio, accompagna il ritmo della città. È perfetto per connessioni frequenti e brevi, ed è un segnale concreto di civiltà urbana».
Avellino città da vivere, non da attraversare
Ma l’ambizione del progetto va oltre l’ingegneria. L’idea è far diventare Avellino una città attrattiva, un’alternativa abitativa e culturale alla congestione dell’area metropolitana napoletana, puntando su qualità della vita, servizi di prossimità e mobilità sostenibile.
«Avellino non deve più essere una periferia interna – ha concluso Smith – ma un nuovo baricentro tra l’hinterland partenopeo e il cuore dell’Irpinia. Qui si può vivere bene, muoversi a piedi, accompagnare i figli a scuola senza auto, e raggiungere Napoli in mezz’ora di tram. Non è un’utopia: è una proposta concreta, già realizzabile nel futuro prossimo».