Acqua al tetracloroetilene, l’interrogazione di Giordano

Ecco l’interrogazione a risposta scritta presentata da Giancarlo Giordano, deputato irpino di Sel, in merito alla questione acqua al tetracloroetilene:
“Premesso che: da circa 2 mesi i territori di Montoro e Solofra, situati in una zona di cerniera tra le province di Avellino e Salerno, nell’Alta Valle dell’Irno, sono interessati da una grave emergenza socio-ambientale. L’alta presenza di TCE (tetracloroetilene) nell’acqua per uso domestico, in pubbliche fonta…

Ecco l’interrogazione a risposta scritta presentata da Giancarlo Giordano, deputato irpino di Sel, in merito alla questione acqua al tetracloroetilene:
“Premesso che: da circa 2 mesi i territori di Montoro e Solofra, situati in una zona di cerniera tra le province di Avellino e Salerno, nell’Alta Valle dell’Irno, sono interessati da una grave emergenza socio-ambientale. L’alta presenza di TCE (tetracloroetilene) nell’acqua per uso domestico, in pubbliche fontane, proveniente da pozzi di proprietà dell’Alto calore servizi, ha innescato un’emergenza che è solo agli inizi. Infatti, i successivi e diversi controlli effettuati ai pozzi che servono le industrie conciarie, hanno portato alla chiusura di ben dieci opifici per la stessa presenza di sostanze riconducibili al suddetto pericoloso composto chimico. Il tetracloroetilene è un organoclorurato che se versato sul suolo penetra il terreno fino ad interessare la falda, provocando per la sua pesantezza e densità contaminazione di lunga durata;
da questo preoccupante scenario di natura ambientale e sanitaria deriva anche la ricaduta di gravi problemi nell’ambito socio-economico della zona con ripercussioni sull’apparato produttivo di quel distretto industriale ed i livelli occupazionali già fortemente provati dal perdurare della crisi dei mercati;
già nel 2004 l’apposita Commissione parlamentare di inchiesta accertò gravi inadempienze nel sistema di depurazione delle acque che la stessa Arpac certificò nel 2007 (se ne può prendere visione grazie allo studio svolto dall’autorità di bacino del Sarno nell’ambito del «Progetto Integrato Parco Regionale dei Monti Picentini»);
l’opera di risanamento del fiume Sarno, iniziata dall’allora commissario generale Roberto Jucci, proponeva, tra l’altro, il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti di depurazione di Solofra (Co.Di.So) e di Mercato San Severino. In maniera inopinata e fuori da ogni logica di sana amministrazione proprio gli ultimi riparti, nel giugno del 2013, destinati alla bonifica del fiume Sarno e alla ridefinizione di un moderno sistema di depurazione integrato, hanno escluso definitivamente il torrente Solofrana ed il distretto della concia di Solofra, che risulta ancora oggi al primo posto per importanza tra quelli manifatturieri del Mezzogiorno;
nel mentre si è pensato bene di finanziare nel comprensorio montorese, a monte ed a valle del distretto industriale, progetti per 13 milioni di euro derivanti dal piano di sviluppo rurale 2007/2013 recentemente approvati dalla Unione europea, per la costruzione di due mega-vasche di laminazione e per far fronte ad un eventuale quanto improbabile rischio di natura alluvionale, considerato anche il progressivo depauperamento del letto fluviale dei corsi d’acqua in questione;
l’area interessata da questi interventi insiste su di una superficie di circa 16 ettari, dei quali ben 10 ettari impegnati ad uso agricolo per prodotti tipici e di pregio come il «Carciofo preturese» e la «Cipolla ramata di Montoro», che ha recentemente presentato documentazione per il riconoscimento del marchio IGP;
questi enormi invasi alla fine rischiano di riempirsi di ogni sorta di rifiuto civile ed industriale ma soprattutto di trasformarsi in appetibili siti incustoditi di scarichi abusivi provenienti dal distretto conciario, quindi altamente tossici, nonché dalle attività illecite della criminalità organizzata;
occorrerebbe affrontare in termini di urgenza i problemi innanzi esposti rispondendo a tutta questa inerzia e a questo scempio con gli unici gesti riparatori e al momento possibili nei confronti della cittadinanza, ulteriormente preoccupata per l’incremento di malattie tumorali anche in età adolescenziale, con poche ma urgenti misure anche per ridare un minimo di tranquillità e di normalità nell’esercizio dell’approvvigionamento idrico e per intraprendere un percorso che vada verso un serio e duraturo risanamento ambientale dell’area e non alla sua ulteriore e dannosa urbanizzazione;
sarebbe opportuno recuperare ed armonizzare i finanziamenti regionali ed europei per la bonifica del bacino idrico e fluviale montorese-solofrano soprattutto per la creazione di un moderno sistema di depurazione delle acque che contempli il riciclo delle stesse e un considerevole risparmio in termini di costi e di energia, superando le logiche campanilistiche utilizzate finora per la canalizzazione dei fondi stanziati in maniera distorta ed avulsa dal contesto per i quali erano stati programmati –:
di quali elementi disponga il Governo in merito ai risultati delle analisi fisico-chimiche operate negli ultimi 5 anni che, a diverso titolo, sono state realizzate in quest’area;
se non si intenda promuovere una verifica da parte del Comando dei carabinieri per la tutela dell’ambiente nell’area in questione”.

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