Vaccinazioni Covid-19, Irpiniambiente vuole saltare la fila: le reazioni

Con una nota inviata al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, la società Irpiniambiente che si occupa della raccolta dei rifiuti in provincia di Avellino, ha richiesto la somministrazione dei vaccini anticovid agli operatori incaricati della raccolta e del trasporto rifiuti, in considerazione dell’esposizione al rischio contagio.

La situazione, caldeggiata dal direttore generale, Armando Masucci, al presidente della Commissione Regionale Sanità, Vincenzo Alaia, notoriamente vicino al presidente della Provincia Domenico Biancardi, riguarda personale che solitamente svolge il lavoro nelle ore notturne, con scarsi contatti con l’utenza, rispetto ad altre figure professionali che si interfacciano continuamente con altre persone.

Per questo la richiesta resa pubbblica dai vertici di Irpiniambiente, ha sollevato una serie di reazioni anche da parte dei rappresentanti di altri enti e aziende, oltre a provocare l’indignazione di cittadini – fragili e anziani, in particolare – che attendono con ansia il proprio turno per ricevere la somministrazione del vaccino.

E’ il caso degli operatori di altre municipalizzate, come l’Acs, che dallo scorso 31 marzo ha richiesto la stessa cosa al Direttore Generale dell’Asl di Avellino, senza ricevere risposta. Eppure i “vigilini” sono all’opera quotidianamente sul territorio, confrontandosi con gli automobilisti quanto e talvoltà pià degli stessi vigili urbani.

Ritenendosi figli di un Dio minore, rispetto all’altra municipalizzata, i vertici di Acs hanno a loro volta ribadito la richiesta rimasta inevasa.

Peraltro il personale dell’Acs è dislocato presso i centri vaccinali impegnato nello svolgere il servizio per disciplinare gli accessi delle persone da vaccinare, quindi a contatto con centinaia di persone, seppure indossando i dispositivi di protezione individuale che pure gli operatori di Irpiniambiente utilizzano, come peraltro sostiene il DG Masucci (“Oltre 180 mila, invece, sono state le mascherine distribuite ai dipendenti e la fornitura delle stesse continua ad essere cospicua e costante”).

Alla reazione di Acs si aggiungono quelle dei dipendenti degli uffici comunque aperti al pubblico, e ancora del personale della Regione, dell’Alto Calore e di tutte le Pubbliche Amministrazioni i cui dipendenti seppure svolgano attività di smark working, ovvero a domicilio, in alcuni giorni della settimana sono presenti in ufficio, a contatto con l’utenza.

In gran parte dei casi si tratta di persone di età tra 60-67 anni, ovvero quelli che sono tuttora in paziente attesa di essere vaccinate. E non gradiscono di

L’impressione di Irpiniambiente, insomma, è di quelli che vogliono saltare la fila. E questo non si addice a una azienda che si sta sforzando di migliorare la sua immagine, ora addirittura lanciando una App destinata agli utenti, la cui funzione non è ancora stata svelata. L’utilità dell’applicazione (non sarebbe più facile rispondere alle telefonate spesso a vuoto degli utenti?) sarà senz’altro rapportata all’investimento economico fatto dall’azienda per essere al passo con i tempi anche attraverso una “App”.

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