Universiadi nel Palazzetto triste: la protesta dei tifosi della Scandone Avellino

Non fosse stato per quei tifosi della Scandone Avellino, il palazzetto dello sport sarebbe rimasto desolatamente vuoto. Presidiato da un imponente servizio di ordine pubblico, a momenti c’erano più uomini in divisa che persone sugli spalti. A dare una sensazione di partecipazione,  seppure con motivazioni particolari, sono stati gli irriducibili sostenitori della squadra di basket avellinese che si ritrova improvvisamente –  con un salto nel baratro – dalla massima serie e dalla poule scudetto alla doppia retrocessione per finire in serie B.

Rispetto allo spettacolo offerto da quei ragazzotti di buona volontà in maglia azzurra – la nazionale italiana di universitari – battuti sonoramente dal Canada 96-70 (27-12, 52-36, 71-62), sicuramente più interessante quello inscenato dagli original fans e tanti altri appassionati di basket vero, quello che entusiasmo e che non fa annoiare come quello proposto dagli universitari azzurri.

Lo scenario sugli spalti del palasport divenuto improvvisamente triste e che è stato per un ventennio teatro di gloria e soprattutto di 19 anni consecutivi serie A per il basket di Avellino è stato davvero surreale.

I tifosi irpini, senza la loro vicilissima ma dura protesta, sarebbero stati felici di offrire una cornice festosa all’evento riempiendo il palazzetto in maniera gioiosa.

Invece erano arrabbiati e determinati a rappresentare le giuste ragioni in una platea internazionale, facendo sentire i loro cori  in una struttura semideserta. In modo ordinato e minuti di biglietto si sono portati sugli spalti e poi hanno espresso il loro ernorme disappunto (a suon di cori, come se stesse giocando la squadra irpina) per ciò che sta vivendo la pallacanestro di Avellino, per quello che ha fatto la Sidigas, proprietaria della Scandone, capace di portarla dalla gloria europea all’improvvisa chiusura della giostra.

La partita dell’Italia? Ai tifosi irpini non è piaciuta, forse non l’hanno neanche vista, loro sono abituati a un basket di altissimo livello. Anzi, erano abituati perchè pare proprio che sia giunto il momento di dire addio alla serie A.

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