Universiadi 2019, centinaia di volontari irpini battono cassa: “Non ti pago”

Ufficialmente erano volontari alle Universiadi 2019. La forma di collaborazione per la buona riuscita della manifestazione, dunque, è stata a titolo gratuito.

Il volontariato è gratuito, lo sanno tutti. Ma era proprio così per la manifestazione svoltasi a Napoli e in Campania dal 3 al 14 luglio scorsi?

I volontari che oera battono cassa, in quei giorni s’impettivano, con quella pettorina e il distintivo in bella mostra durante la “Universiadi 2019”. Quelle persone erano al centro del mondo e qualcuna credeva pure di essere padrona del mondo.
Come taluni cerberi controllori che, senza un minimo di buonsenso, assumevamo atteggiamenti inflessibili pure rispetto a situazioni facilmente risolvibili.

Ora piagnucolano perchè vogliono i soldi. Tra i 4000 volontari ce ne sono circa 600 in provincia di Avellino

Ma non erano volontari?

Ottocento euro netti

Si, così è scritto nel contrattino firmato ma, in realtà, sotto la voce “rimborso spese” era praticamente nascosto il loro compenso: 15 euro al giorno per spese telefoniche e 25 euro al giorno per rimborso generico nel periodo di attività svolta.

Le Universiasi 2019 sono andate in scena al 3 al 14 luglio ma i volontari sono stati impegnati, a seconda delle mansioni, tra i 20 e i 30 giorni, tra preparativi, corsi e fase successiva alla manifestazione

In tutto 40 euro al giorno che, moltiplicato per 20 o 30 giorni, porta a un totale tra gli 800 e i mille euro. Ovviamente netti, trattandosi di rimborsi spese.

Niente male per fare volontariato e divertirsi, sparando la posa con gli amici, facendosi selfie in quantità industriale, nella qualità di volontari.

Un compito privo di responsabilità particolari per andare a fare un’attività neanche tanto chiara.

Perchè i disservizi sono stati tanti e imbarazzanti, davvero una approssimazione sconcertante. Non è dipeso dai volontari ma da chi doveva dirigerli e organizzare i servizi.

Volontariato a titolo gratuito

Le Universiadi 2019 sono andate in archivio e hanno lasciato benefici per le strutture ammodernate sfruttando i fondi per detta manifestazione ma, a livello di organizzazione, siamo rimasti nel campo del volontariato, ovvero scarsa professionalità e atteggiamenti assolutamente discutibili.

Ora i volontari battono cassa e chiedono i soldi che sono indicati nei contrattini.

Finirà a carte bollate, saranno richisti nagari i giustificativi e le note spese per i rimborsi concordati, trascorreranno mesi ed anni ma i volontari stessi finiranno per convincersi che il volontariato è a titolo gratuito.

E gli organizzatori potranno controbattere: “Non ti pago”

 

SPOT