Todisco: “IIA, servono fatti basta slogan”

“Sul futuro di Industria Italiana Autobus è l’ora di passare dagli slogan ai fatti. Occorrono parole di verità da parte del Governo: il Ministero dello Sviluppo Economico deve assumersi la responsabilità del rilancio del trasporto pubblico senza indugiare ulteriormente”. 

A parlare è Francesco Todisco, consigliere regionale del gruppo “De Luca Presidente”. 

“A seguito dell’ultimo incontro tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico, anche la Regione Campania come quella dell’Emilia-Romagna, ha manifestato la necessità della pronta convocazione del tavolo di discussione per la vertenza di Industria Italiana Autobus- ricorda Todisco- In queste ore, il pagamento parziale degli stipendi di luglio, il concreto dubbio riguardo alle spettanze per il mese di agosto e, a Flumeri, con appena una sessantina di lavoratori in produzione ed oltre duecento in cassa integrazione, sono fatti che dovrebbero spingere il ministro Di Maio al definitivo abbandono dei toni da campagna elettorale ed alla costruzione di un lavoro sinergico anche con le due Regioni che nei loro territori ospitano gli stabilimenti di Industria Italiana Autobus e che, anche in queste ore, hanno dimostrato di non volersi sottrarre alla discussione”. 

“La Regione Campania ha fatto la sua parte. Le gare vinte dalla IIA di Del Rosso e dagli altri produttori testimoniano questa tensione- chiarisce Todisco- Resta inammissibile, riguardo l’impianto di Flumeri, il decadimento strutturale in cui versa lo stabilimento e la mancata installazione finanche della linea di produzione. Nelle gare, la cataforesi che dovrebbe essere eseguita nello stabilimento irpino vale ben quattro punti, sarebbe una beffa se si dovesse registrare che viene eseguita altrove e con chissà quali diverse modalità o che, relativamente alle commesse importanti, la produzione di riferimento per la IIA dovesse confermarsi quella turca. Le scelte strategiche di politica industriale vanno costruite e concertate. Il governo nazionale impari presto che la dignità non viene concessa per decreto ma nella difesa del salario, della produzione e del territorio”.

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