Solofra come una clinica svizzera: l’incredulo racconto di un paziente

Domenica 19 luglio mi sono recato come accompagnatore al P.O. di Solofra per far sottoporre un mio congiunto a visita ortopedica debitamente prenotata tramite CUP con impegnativa del curante pochi giorni prima, appena 5 giorni! (una nullità rispetto alle lunghe liste d’attesa denunciate in precedenza).

Appuntamento alle 10.00, mi anticipo un po’ e, dopo aver superato il controllo termico effettuato dalla gentile guardia all’ingresso, seguo le indicazioni per l’ambulatorio e mi ritrovo nel corridoio che porta ai vecchi locali del pronto soccorso.

Mi aspetto di trovare la solita folla oceanica degli ambulatori pubblici ma, con stupore, ci sono solo 2 persone in attesa, il medico sta già visitando un’altra paziente e il tutto con estrema tranquillità e soprattutto sicurezza.

Sembra di non essere a Solofra, quell’ospedale morente di cui tutti parlano.

Paragonandolo con altri ospedali, dove regnano caos, confusione e raccomandazioni, pare di essere in una città del nord oppure in una clinica Svizzera dove tutto funziona alla perfezione.

Mi intrattengo a parlare, nell’attesa, con gli altri pazienti e scopro che l’ambulatorio domenicale è più che apprezzato.

“Erano mesi che volevo fare una visita ortopedica, soltanto che non potendo camminare, mi devono accompagnare ed in famiglia lavorano tutti. Appena appreso della possibilità di poter effettuare la visita di domenica, ho subito confermato l’appuntamento” riferisce la signora A., una nonnina di 80 anni che deambulava con 2 bastoni.

“Lavorando tutta la settimana ed avendo solo la domenica libera, ho colto l’occasione per far visitare il mio ginocchio che ormai da mesi non mi consente di camminare in tranquillità” riferisce il signor C., sui 45 anni.

Arrivato il nostro turno, con appena 10 minuti di ritardo rispetto all’orario previsto, trovo massima gentilezza e professionalità. Effettuata la visita, rilasciata prescrizione stampata, chiara e comprensibile, fissato prossimo appuntamento.

Il tutto con calma, mascherine e gel disinfettante ovunque.
Sogno o son desto? Mi vien da chiedere.

Eppure è realtà!

Mi domando: perché una cosa così “semplice” e “utile” sia nata in un piccolo ospedale di periferia a rischio chiusura e non nel grande, rinomato e di importanza nazionale ospedale di Avellino?

Perché si continua a parlare di chiusura di Solofra invece di pubblicizzare le cose buone che ci sono in quell’ospedale?

Perché si continua a dire che l’ortopedia di Solofra non lavora quando è la prima ed unica in Campania ad offrire un servizio del genere?

Perché questo servizio non è stato pubblicizzato dall’azienda ospedaliera Moscati ma lo si scopre soltanto prenotando la visita?

Ai posteri l’ardua sentenza ma intanto… non svegliatemi da questo sogno!
“Se puoi sognarlo, puoi farlo” cit. Walt Disney

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