Sidigas, il fallimento totale è dietro l’angolo

Fuori dall’Europa, decisa a privarsi della partecipazione alla Fiba Europe Cup, estromessa alla prima gara dalla Coppa Italia.

Una stagione grigia per la Sidigas Avellino, costretta a barcamenarsi tra infortuni, problemi fisici a catena, guai societari ed economici risolti (?) a fatica, scelte sofferte di mercato e trasferimenti forzati per via dei lavori al palasport.

E adesso, l’ultimo obiettivo, l’accesso ai playoff, traguardo minimo di inizio stagione, è pure a rischio.

Che le cose possano cambiare in corso d’opera, è da mettere in conto, ma quello a cui si sta avvicinando la Sidigas Avellino è un fallimento totale.

I problemi e le vicissitudini che hanno condizionato il cammino della squadra, su tutti gli infortuni, i problemi di natura economica e la fuga di Norris Cole, sono stati determinanti nel periodo invernale, segnando un’intera stagione.

Ma è altrettanto vero che la programmazione e la disponibilità economica tra le prime del campionato doveva garantire ben altri risultati.

La sensazione è che in troppi abbiano giocato in maniera “sporca”, poco sincera, dai vertici del club al campo.

I problemi di liquidità non affiorano da oggi a domani ed è singolare che non ci fosse un budget predeterminato e congelato a disposizione delle casse del club.

Non c’è mai stata una figura di responsabilità, di riferimento in seno alla dirigenza che esponesse i fatti chiari ai tifosi, costretti a conoscere le problematiche dalle pagine di un giornale nazionale, imbeccati e imboccati (dall’interno, scientificamente) come si conviene tra amici o invitati al proprio matrimonio.

Per non parlare delle scelte di mercato, di giocatori giunti mezzi rotti, svogliati, di un allenatore (una scommessa rischiosa in un club che puntava a vincere) con la valigia già mesi fa e poi ancora in sella solo perché non erano possibili nuovi tesseramenti confermandosi artefice di scelte indecifrabili, tanto da far perdere gare ormai vinte, proprio come avvenuto contro Trieste.

Una sconfitta fotocopia di altre allucinanti, figlie di prestazioni indecenti e di scarsa personalità.

In un’annata storta, nessuno che abbia alzato la mano per assumersi le responsabilità.

Tutti in silenzio, tutti attaccati alla busta paga, yes man nascosti dietro alla figura del solo patron De Cesare il quale non ha mai mostrato il pugno duro, come se il suo compito fosse soltanto quello di metterci i soldi e di non decidere cambiamenti, stravolgimenti, riassetti.

Forse attenderà fine stagione per fare un repulisti generale, ma sarà troppo tardi.

Intanto qualcuno si è già premurato di accordarsi con un altro club, così da non restare a piedi.

Ora non resta che cercare di acciuffare i playoff, con cinque gare da giocare, tutte particolarmente impegnative.

Sarà durissima conservarsi nelle linea delle prime otto.

Mancare gli spareggi scudetto rappresenterebbe la ciliegina sulla torta di una stagione amarissima, una delle più deludenti della Sidigas in proporzione a promesse, budget e cestisti ingaggiati.

Con queste premesse, con questi uomini targati Sidigas, tra entrare tra le prime otto per uscirne subito e non parteciparvi proprio la differenza sarebbe praticamente minima.

Non salverebbe comunque un campionato da “cioccapiatti”.

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