Rischio Coronavirus, anche in Irpinia si chiude tutto: primo contagiato ad Avellino

Si chiude tutto: questo il provvedimento urgente adottato dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Quello che sembrava potesse accadere solo in Lombardia e Veneto – le regioni che avevano chiesto con forza questo tipo di provvedimento – riguarda invece tutto il territorio nazionale.

Negozi chiusi

Chiusura di tutte le attività commerciali di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità.

Chiudono bar, pub, ristoranti di ogni genere (per tutto il giorno e non solo dopo le 18), attività artigianali di servizi (parrucchieri, estetisti, barbieri e altri ancora) che si aggiungono a musei, cinema, teatri, centri sportivi, piscine, centri benessere e similari.

Confermata ovviamente la chiusura delle scuole e delle università. Possibili riduzioni del trasporto pubblico locale.

«Uscire per lo stretto necessario e indispensabile»: è la regola imposta dal dpcm per combattere il Coronavirus è stata ribadita dal commissario Angelo Borrelli che ha ribadito: «Anche ci esce a piedi deve portare l’autocertificazione». 

Chi resta aperto

Restano aperte le farmacie e le parafarmacie, i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità.

Ecco l’elenco completo: Ipermercati, Supermercati, Discount di alimentari, Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari, Commercio al dettaglio di prodotti surgelati, Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici; Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati, carburante per autotrazione in esercizi specializzati, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico, articoli igienico-sanitari, articoli per l’illuminazione, vendita di giornali, riviste e periodici.

E ancora: farmacie e parafarmacie, commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici, articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale, negozi per piccoli animali domestici, vendita di materiale per ottica e fotografia, commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento, di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura.

Lavanderie e pompe funebri

Restano pure aperte lavanderie e negozi per la pulitura di articoli tessili e pelliccia, lavanderie industriali, tintorie e servizi di pompe funebri.

Consentito ovviamente la vendita e il commercio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per televisione, per corrispondenza, radio, telefono Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici.

Resta consentita la consegna dei generi alimentari a domicilio.

Sono garantiti i trasporti pubblici così come i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi.

Le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive attraverso misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio.

Quanto durerà?

Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, telelavoro dove è possibile, chiedendo di fare ricorso a ferie anticipate, laddove possibile.

Saranno garantite, nel rispetto della normativa igienico-sanitaria, le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono e forniscono beni e servizi rispetto a queste attività.

Durerà tutto questo almeno fino al 3 aprile 2020 ma, come ha sottolineato il premier Conte “per avere un riscontro effettivo di queste misure dovremo attendere un paio di settimane”.

Durante questo periodo saranno sempre più assidui e severi i controlli delle forze di polizia anche per quanto riguarda i soggetti che dovranno giustificare, in modo adeguato, il motivo degli spostamenti sia con mezzi pubblici che a piedi. Sanzioni severe sono previste per i trasgressori.

Situazione gravissima

Una volta per tutte occorre capire che è indispensabile non uscire dalle abitazioni se non per gravi e giustificati motivi: solo così è possibile fronteggiare una epidemia che s’è trasformata in pandemia, ovvero che rischia di colpire il 70 per cento della popolazione mondiale.

Quando si capirà la gravità della situazione, sicuramente si affronteranno i sacrifici richiesti senza battere ciglio nè minimizzare con la tipica abitudine italiana che, in questo caso, potrebbe portare a conseguenze mortali.

In provincia di Avellino i contagiati ufficiali – ovvero quelli indicati dall’Asl 2 – sono dieci ma il numero rischia di aumentare notevolmente poichè i risultati dei tamponi effettuati nei giorni scorsi non sono stati ancora resi noti.

Intanto si registra il primo caso di persona contagiata nel capoluogo, ad Avellino. Pure su questo c’è da meditare.

Ecco il decreto


   

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