«Questa città è morta»: la rabbia dei commercianti, l’assenza delle associazioni

Una manifestazione spontanea, genuina, fatta con il cuore e con tanta rabbia. Protagonisti singoli commercianti e cittadini stanchi di subìre le decisioni prese dall’alto e non sempre oculate.

Riunione dinanzi agli uffici del Comune di Avellino, occasione di incontro, riflessione e confronto tra quanti vivono una situazione difficile e non sanno più a che santo votarsi.

Le associazioni, quelle rappresentative di categoria e sindacali, ed anche quelle dei comsumatori, si sono mantenute alla larga dall’incontro.

Eppure i problemi posti all’attenzione della pubblica opinione da parte di centinaia di esercenti e cittadini indignati sono gli stessi contenuti in quei comunicati diffusi a più non posso dalle varie associazioni, documenti sottoscritti da personaggi che non si sono visti alla manifestazione.

Armiamoci e andate, insomma.

Le problematiche sono note: difficoltà di circolazione per gli utenti che non possono così raggiungere i negozi e quando riescono a farlo devono pagare costi per i parcheggi che nemmeno nelle città turistiche si registrano. E poi l’assenza di iniziative che possano favorire il commercio e non solo quello.

Tante frasi intrise di amarezza e rabbia pronunciate dai partecipanti alla manifestazione.

Il tutto sintetizzato con una frase pronunciata da un commerciante storico di Avellino: «Questa città è ormai morta, è il risultato degli anni di pessima amministrazione, con gli avellinesi che hanno accettato passivamente tutto, in assenza di  programmazione, senza mai scuotersi nè criticare attivamente, lasciando fare a soggetti spesso incapaci, senza contestare, guardando ciascuno al proprio orticello».

Il risultato è ora una città vuota, il centro di Avellino è ormai deserto, chiudono le attività commerciali, i clienti preferiscono recarsi nei comuni limitrofi per fare spese di ogni genere.

Non c’erano i rappresentanti delle associazioni, qualcuno passivamente ha fato sapere che c’è poco da fare rispetto a decisioni assunte dall’amministrazione comunale.

Un segnale di resa inammissibile perchè i rappresentanti di associazioni di vario genere, impegnati a pubblicizzarsi e parlarsi addosso senza concludere qualcosa di positivo, sanno benissimo che le decisioni assunte dal Comune di Avellino sono in gran parte rivedibili e modificabili, se non addirittura annullabili attaverso ricorsi al Tar.

In effetti emerge scarsa capacità di sostenere le ragioni dei propri associati i quali, si domandano adesso: a cosa servono queste associazioni se non riescono a fare valere le istanze di quanti ne fanno parte?

E’ proprio vero, Avellino è una città morta e distrutta, rassegnata e sottomessa, incapace di reagire e combattere. Passeggiare sulle macerie è un piacere per politici e amministratori.

Tra 40 giorni li vederemo di nuovo all’opera, nel palazzo comunale, eletti anche attraverso i voti di quanti adesso si lamentano e si piangono addosso.

 

 

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