Da domani, lunedì 25 febbraio, non si vedrà più quel fumo o vapore fuoriuscire dalla ciminiera della Novolegno, a Pianodardine. (CLICCA QUI E LEGGI)
Esultano gli ambientalisti, un pò meno le famiglie dei 117 lavoratori per i quali inizia adesso il consueto iter pieno di promesse e speranze.
C’è lavoro, adesso, per sindacalisti e politici.
Tutti interverranno per epsrimere giudizi, pareri, lanciare accuse e controaccuse, dare impulso a iniziative più o meno farlocche, alimentare promesse spesso disattese.
Chiedere informazioni alle ex maestranze della I.I.A. di Flumeri per capire come vanno le cose, in questi casi. Per quei lavoratori il calviario è iniziato nel 2011, mica ieri mattina, e non c’è stata ancora una soluzione concreta.
Tra tre mesi ci sono le elezioni europee, occasione buona per accaparrarsi consensi attraverso promesse elettorali.
I lavoratori irpini ormai hanno fatto esperienza, in questo senso, non si lasceranno abbindolare dagli annunci di organizzazione dei “tavoli”, per loro l’unico tavolo è quello da apparecchiare tutti i giorni per mettere il piatto dinanzi ai componenti della famiglia.
La posta elettronica delle redazioni giornalistiche comincia a intasarsi con l’arrivo di mail provenienti da assiciazioni e sindacati, da politici e amministratori.
Evitiamo di pubblicarle.
Se i sindacati vogliono fare conoscere le varie iniziative, lo facciano direttamente mettendo al corrente i lavoratori. La gente comune, dispiaciuta senz’altro per questa nuova vertenza, non sa cosa farsene di chiacchiere inutili.
Si provveda a concretizzare fatti, soprattutto da parte dei politici.
In Irpinia ce ne sono in abbondanza ma è difficile rintracciare qualche loro iniziativa concreta.
Dallo scorso marzo, un anno fa, coloro che sono stati eletti nei vari schieramenti politici con i voti degli irpini, hanno fatto davvero poco.
Vedremo in questa circostanza cosa saranno capaci di fare e saremo felici, in quel caso, di dare spazio e pubblicità a qualcosa di vero.
Ora inizieranno i viaggi a Roma, i pullman messi a disposizione dalle organizzazioni sindacale, le bandiere messe in mano ai lavoratori, i fischietti per fare rumore sotto i palazzi del potere della Capitale.
Un film già visto.
Tra i 117 dipendenti della ormai ex Novolegno ci sono professionalità di alto profilo, lavoratori in gamba.
Bene faranno a cominciare a trovare una alternativa lavorativa, altrimenti dovranno continuare a vivere uno stillicidio che deprime a livello morale e materiale. Trovando uno sbocco lavorativo consentiranno pure a sindacati, associazioni e politici di fare brutte figure.
Insomma, in quel modo saranno i lavoratori a “sollevare” sindacati, associazioni e politici da gravosi impegni che non sempre è possibile assolvere.