Evitiamo di riportare il resoconto stenografico degli interventi del nuovo Sindaco e dei consiglieri comunali offerti durante la seduta del consesso civico da cui è emersa una frase che trasuda entusiasmo e lascia intravedere una goduria enorme: enjoy city. Che alla fine significa “goditi la città”.
Una cosa possibile nella fantasia ma, nella realtà, ricorda molto quanto andava dicendo Gianandrea De Cesare fino a poche settimane fa, quando portava i suoi calciatori a sorseggiare champagne sull’imbarcazione che s’infilava tra i faraglioni di Capri, oppure giurava senso di appartenenza mettendo una sciarpa al collo, tenendo ben nascosti i problemi finanziari della sua azienda, distribuendo sorrisi che ora si scoprono essere falsi.
Gianluca Festa ha fatto grosso modo la stessa cosa, illustrando in consiglio comunale progetti che solo una mente fantasiosa può immaginare: trasferire il mercato chissà dove, spostare i pullman allo stadio, costruire questo e quello, creare la Bocconi del sud, abbattere i ruderi del terremoto.
Certo, è tutto quello che la popolazione vorrebbe, cose che potevano essere realizzate tranquillamente negli ultimi 40 anni evitando che la città si spopolasse, che tanti giovani andassero via. Invece Avellino è diventato uno schifo a vedersi per come è stata amministrata e per la mentalità della gente che ha passivamente accettato sempre tutto: nella politica come nello sport.
Promettere tanto, sapendo che non hai soldi in tasca significa illudere la gente.
E qui torna il paragone con De Cesare il quale due mesi fa, mentre esultava per una promozione tra i dilettanti scambiata per la vittoria della coppa dei campioni, prometteva la serie A nel calcio. Salvo poi ad ammettere di stare inguaiato finanziariamente e di vedersi sequestrati soldi e beni.
Quando certe cose venivano sottolineate da qualche organo di informazione (leggasi Irpiniaoggi) la reazione era quella di mettere al bando lo screanzato che s’era permesso di argomentare su cose del genere, sfruttando il sostegno dello stupido yesman di turno per tentare di intimorire chi ama dire le cose come stanno, continuando a farlo liberamente.
In questo Festa è diverso, sa mantenere i rapporti: se ha qualcosa da dire, sa farlo in modo diretto. E bene.
Tornando alle promesse fatte durante il civico consesso, il buon Gianluca Festa sa benissimo che il suo Comune è sull’orlo del fallimento, che a stento ci sono i soldi per pagare i circa 250 dipendenti. Però illustra progetti faraonici, per i quali occorrerebbero sponsor a livello mondiale per ricevere un supporto economico. Perchè coi soldi attualmente in cassa può realizzare a malapena il canile che gli ha consente di collezionare un nuovo sostegno in consiglio comunale.
La gente è stanca di essere presa per i fondelli, vuole certezze e cose concrete ma a volte deve accontentarsi e sopportare anche certe esternazioni da parte di chi tiene per le palle la città: Festa come De Cesare. E non c’è voto che tenga per trovare di meglio.
Questi sono: ma che abbiano il buonsenso di “non farsi debiti con la bocca” ed evitare parole e frasi in inglese (“Enjoy City” di Festa, “Planning e Scheduling“ di De Cesare) che lasciano spazio a perplessità, amarezza e considerazioni del tipo: “Ma parla come mangi”.
E soprattutto non stare a “spaccare e mettere al sole” quando sai di avere le pezze al culo.
La gente apprezzerà la sincerità.