Distretto rurale, Chieffo: “Le polemiche fanno male al territorio”

L’ipotesi del distretto rurale va a vele spiegate. Ieri a Grottaminarda la terza tappa del ciclo di workshop “Il distretto rurale nel territorio delle acque – I paesaggi dell’Irpinia” promosso dal Gal Irpinia. Questa volta lo scenario di riferimento era quello delle produzioni e dell’enogastronomia. Il Gal Irpinia ha giocato in casa, tenendo questo interessante confronto presso la sua sede, il castello d’Aquino di Grottaminarda.

Dopo il più che positivo riscontro avuto presso la Casa della Cultura di Aquilonia e presso l’Aula Consiliare di Fontanarosa, il Gal Irpinia continua lungo il percorso di individuazione del distretto rurale, riunendo tutti gli interlocutori e gli attori del processo di costituzione, varo e messa in opera di questo importante strumento di programmazione e sviluppo locale.  Si è registrata ed ufficializzata nel corso degli incontri l’importante adesione del Gal Partenio. Di fatto il distretto rurale in via di definizione comprenderà quattro ambiti: Alta Irpinia, Ufita, Terminio Cervialto e Partenio.

Numerosa la platea presente e tantissimi i sindaci e gli amministratori che hanno partecipato all’incontro.

«Siamo onorati di avervi qui – ha dichiarato Angelo Cobino, primo cittadino di Grottaminarda – e ci fa piacere che a Grottaminarda possiamo parlare di Irpinia. Il Gal svolge un ruolo di unione. Abbiamo grandi risorse e ricchezze paesaggistiche e culturali importanti. Dobbiamo fare del nostro meglio per concretizzare queste opportunità. Poi c’è tutta la partita delle infrastrutture su cui pure siamo fortemente impegnati. Dobbiamo creare le condizioni di contesto migliori per lavorare con la maggiore efficacia possibile. Dobbiamo fare rete. Serve compattezza e coesione territoriale come fin qui è accaduto».

L’introduzione dei lavori è stata affidata a Vanni Chieffo, presidente del Gal Irpinia: «Le polemiche non fanno bene – ha dichiarato – ancor di più quando di mezzo c’è lo sviluppo possibile di un territorio. In questi giorni ne ho ascoltate diverse, per lo più fuori luogo e fuori fuoco. Oggi tutti parlano di distretti rurali. Ma a me piace ricordare che questa norma fino a poco tempo fa giaceva in un cassetto, dimenticata da tutti. Devo dire che il Gal Irpinia da tempo aveva questa idea in mente. Chi oggi parla forse non sa che nella prima bozza delle norme attuative tutta la provincia di Avellino era fuori, nessun’area dell’Irpina avrebbe avuto le condizioni per accedere. Ebbene, devo dire che in Commissione Agricoltura le organizzazioni di categoria hanno fatto pressione per la modifica ed hanno trovato nel presidente Petracca un interlocutore sensibile e competente.  Anche noi, come Gal Irpinia, abbiamo chiesto con insistenza a Petracca di intervenire e devo dire che abbiamo raggiunto una mediazione importante. Samo andati avanti ed abbiamo trovato sulla nostra strada il Gal Partenio. Ci siamo intesi facilmente e abbiamo fornito così una vera e propria lezione di stile. E’ la migliore risposta che potevamo dare a chi in questi anni ha provato ad utilizzare i Gal come materia di scontro politico».  

«Con il distretto rurale che andiamo a costituire – ha aggiunto Chieffo –  abbiamo coperto quasi il 50% della provincia di Avellino. Ci sono i fiori all’occhiello dell’Irpinia. La disponibilità dei sindaci, così ampiamente presenti in questa sede è la conferma di una scelta giusta».

«Cos’è per noi il distretto rurale? Nell’ultima programmazione i Gal sono stati sminuiti da parte della Regione Campania i Gal e sono stati snaturati e penalizzati. – ha aggiunto il presidente del Gal Irpinia – Ecco perché la sfida del distretto rurale diventa importante. E’ uno strumento che potrebbe servire a far fruttare i tanti investimenti pubblici che negli anni sono stati fatti e che non hanno prodotto i risultati sperati. Penso alla possibile riconversione dei Pip in punti di trasformazione delle eccellenze agroalimentari presenti sul territorio. E’ su questo che ci vogliamo impegnare. I Gal possono avere una funzione di guida, possono essere un incubatore di imprese. La conferma di questo ruolo arriva già da alcune misure del Psr che in questi mesi abbiamo gestito. Misure dedicate ai giovani per le quali siamo stati un riferimento saldo per il territorio. Perché è questo che come Gal facciamo. E rispondiamo così alle illazioni e alla troppa disinformazione che registro in giro, finanche da parte di chi per ruolo sarebbe chiamato a dare consigli al Presidente della Regione. Da parte loro sarebbe stato più apprezzabile un intervento fattivo quando bisognava consentire ai nostri territori di essere dentro la partita dei distretti, piuttosto che animare polemiche dannose e fuori tempo».

Gli ha fatto eco il presidente del Gal Partenio, Luca Beatrice: «Quando sono state approvate le leggi istitutive dei distretti rurali – ha detto – si è immaginata una struttura pubblico-privata per la loro gestione; quello che sono appunto i Gal che hanno funzionato molto bene, soprattutto in altre realtà europee dove è stato dato loro un ruolo adeguato. L’obiettivo dei Distretti Rurali è lo sviluppo di intere aree omogenee e delle imprese operanti; la presenza di tanti soggetti pubblici, associazioni di categoria e imprese motivate è una premessa importante per il successo di un Distretto. Quindi la possibilità di realizzare qualcosa di importante, nel nostro caso, è forte. D’altra parte, il tema portante del costituendo Distretto è quello dell’acqua, di cui il nostro territorio è ricco, oltre ad essere un obiettivo che come Gal Partenio stiamo portando avanti da tempo con l’idea del Contratto di Fiume. In questo perimetro porteremo le nostre eccellenze agroalimentari come il vino e la castagna. E’ per questi motivi che lo strumento è strategico per il futuro. Va poi sottolineata una cosa che sa di buona politica: quando abbiamo discusso del Distretto e della possibilità di unire territori così vasti abbiamo trovato un accordo semplicemente parlando delle prospettive del territorio e delle nostre comunità. Ci siamo detti: difendiamo la nostra terra e diamo la possibilità a quest’area che potenzialmente è così importante di proporsi e di imboccare una strada vera di sviluppo. Perché sulla base di proposte serie, nel prossimo Psr il distretto rurale potrà e dovrà avere una sua centralità».

L’opportunità rappresentata dall’ipotesi di distretto rurale è stata affrontata da Carmine Famiglietti, componente del CdA del Gal Irpinia: «La fase che stiamo attraversando – ha dichiarato – è di grande fermento e di grande interesse. Il nostro Gruppo di Azione Locale ha compreso da subito, ben prima degli altri, il valore di questa iniziativa, del distretto rurale. Oggi siamo in una fase avanzata di definizione del suo perimetro, una fase che ha avuto un esito davvero positivo se si considera che siamo stati in grado di aggregare quattro ambiti: Ufita, Terminio Cervialto, Alta Irpinia e, infine, il Partenio. Un territorio che è comunque molto omogeneo e che tiene dentro tante eccellenze territoriali, da quelle agroalimentari fino ad alcuni capisaldi del turismo religioso e, ancora, emergenze ambientali e paesaggistiche. E’ questa la base territoriale per uno strumento ambizioso e che di sicuro contribuirà a trasformare il nostro territorio. D’altronde l’azione del Gal, dalla sua nascita ad oggi, è stata sempre rivolta a questo obiettivo, quello di determinare condizioni di cambiamento ed in positivo di quello che è il tessuto produttivo e sociale di riferimento. Anche con il distretto rurale faremo lo stesso. L’auspicio è che i fondi attivati da questo strumento possano essere adeguati alle aspettative dei cittadini del nostro territorio con l’obiettivo di contenere il triste fenomeno dello spopolamento».

La parola passa agli enti presenti sul territorio e alle organizzazioni di categoria. «Il presidente Petracca ha saputo portare sul territorio ciò che serve – ha dichiarato Francesco Vigorita, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Ufita – Il distretto rurale è un contenitore che potrà attrarre finanziamenti per attività agricole e non solo. Petracca è stato presente sul territorio in questi anni attraverso tante iniziative. Adesso tocca al territorio fare la sua parte e mostrare quel dinamismo che serve.

«Per fare del distretto rurale uno strumento di successo è necessario fare rete e creare sinergia – è la posizione espressa da Antonio Minichiello, direttore CIA di Avellino – E’ l’unico modo che abbiamo per non incorrere negli errori che pure ci sono stati nel passato quando sono stati attivati tanti programmi che poi non hanno portato i risultati sperati».

Per la Coldiretti il distretto rurale può svolgere una funzione di ordine economico ma anche sociale: «Sono certo che il distretto rurale – ha detto Francesco Acampora, presidente Coldiretti di Avellino – possa essere determinante per le aree interne e possa rappresentare un importante deterrente per il fenomeno dello spopolamento che mette in difficoltà chi su questo territorio ha deciso di investire. Oggi attivare misure che contengano questa emorragia diventa indispensabile».

«L’unico modo per tenere insieme il tessuto imprenditoriale e le istituzioni è rappresentato oggi dall’ipotesi di distretto rurale dichiara Nicola de Leonardis, coordinatore regionale settore Agricoltura di Confcooperative Campania – L’Irpinia ha la fortuna di avere riconoscimenti importanti e certificazioni di qualità con numerosi punti di forza e faccio riferimento anche alla zootecnia, alla cerealicoltura e alle tante eccellenze produttive che il territorio conta. Tutti elementi che vanno a rafforzare e a dare senso all’ipotesi di distretto rurale alla quale si sta lavorando».

Grottaminarda crocevia di processi di sviluppo, lo ha sottolineato Virginia Pascucci, assessore comunale alle Attività Produttive: «Sono certa – ha detto – che i distretti rurali potranno avere un ruolo cruciale nella prossima programmazione. Abbiamo bisogno di sostegno e di regimi di aiuto perché qui, in questo pezzo d’Irpinia, il tessuto imprenditoriale esiste, non manca ma va sostenuto adeguatamente. Rivendico la centralità di Grottaminarda e anche la capacità propulsiva che ha saputo mostrare. Il nostro territorio è pronto per nuove sfide ma abbiamo bisogno di politiche adeguate e aderenti alle esigenze del tessuto produttivo presente».

Le conclusioni sono state affidate a Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania: «Così come è accaduto quando al centro del dibattito c’erano i Gal, le stesse posizioni registro oggi sui distretti rurali – ha detto – chi non ha argomenti parla degli altri. Sono polemiche inutili che mi piace ignorare. Pensiamo alle cose serie: oggi siamo nelle condizioni di scrivere il Psr e io per primo ritengo che non lo debba scrivere la politica ma la politica si deve far accompagnare dagli attori del territorio, dai destinatari effettivi di queste misure. Abbiamo bisogno di un Psr fatto di poche tipologie di intervento, dieci al massimo contro le cento dell’attuale programma. E abbiamo bisogno di un Psr calibrato sul territorio».

«Perché sostengo che i Gal debbano e possano avere maggiore centralità? – ha così concluso Petracca – Con i Gal si è attuato un Psr di prossimità con un rapporto molto più diretto tra soggetto che finanzia e soggetto che presenta istanza di finanziamento. Allora a chi dice che i Gal andrebbero silenziati, io rispondo che vanno, al contrario, potenziati, con misure e risorse specifiche. Il Gal non è una coda del Psr. Deve diventare un pezzo determinante come testimonianza diretta della volontà dei territori. Lo stesso vale per i distretti rurali. Oggi qualcuno, che finora non era a conoscenza nemmeno dell’esistenza, dice che così come sono, non sono pensati bene, ma non dice che fino a qualche mese fa le aree interne non potevano nemmeno concorrere alla loro individuazione per come era scritta la norma. Per questo rivendico il ruolo dei Gal. Non entro nel merito delle loro scelte, ovviamente. Ma credo sia utile che processi virtuosi vengano sostenuti e non osteggiati. Sono certo, infatti, che i risultati, con queste premesse, legate a logiche di coesione, non tarderanno ad arrivare».

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