Covid-19, focolaio al Moscati: otto infettati tra medici e infermieri

Il nuovo focolaio dell’infezione maledetta è lì dentro, nell’Ospedale Moscati di Avellino.

In quei reparti, dove il direttore generale Pizzuti e il direttore sanitario Lanzetta assicuravano “va tutto bene”, si sono infettati due medici e sei infermieri.

Gli otto sanitari infettati risiedono ad Avellino (tre), Serino, Monteforte Irpino, Quadrelle e Ospedaletto d’Alpinolo.

La situazione è molto preoccupante perchè riguarda praticamente tutto l’ospedale di Avellino.

Il personale contagiato svolge servizio nei reparti di medicina d’urgenza, ortopedia, oculistica, malattie infettive, cardiochirurgia, geriatria.

In quell’Ospedale è tuttora ricoverato il dottore Carmine Sanseverino che, intubato per avere contratto il virus, combatte per la vita.

Quel medico ha svolto servizio al Pronto Soccorso del Moscati mettendo più volte in evidenza le difficoltà in cui il personale sanitario è costretto a lavorare.

Difficoltà comuni ad altri operatori della Sanità irpina, testimoniate da un numero allarmante.

In provincia di Avellino, risutano finora infettati ben 46 operatori della sanità (quelli ufficiali…), spesso mandati allo sbaraglio senza adeguata prevenzione e protezione.

Ispezione farsa

Rispetto alle sollecitazioni ricevute, poche risposte concrete dai vertici della sanità che utilizzano spesso il loro tempo a stilare chilometrici – vuoti e contraddittori – comunicati stampa o concedersi in monologhi televisivi.

Cosa aspetta il presidente della Regione Campania a cacciare i vertici della sanità della provincia di Avellino?

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Eppure c’era stata l’ispezione dei generali di Vincenzo De Luca, un mese fa.

Fu detto che andava tutto bene, che la palazzina Alpi era pronta e perfetta (mancano ancora le attrezzature), contrariamente a quanto dicevano gli uccelli del malaugurio (scienza e paranormale non vanno d’accordo).

Fu magnificato il lavoro dei manager e delle professionalità del Moscati.

Adesso si scopre che il focolaio dell’infezione è proprio lì dentro.

Cavallo di Troia

Chi ha portato il virus nell’ospedale Moscati? Chi ne ha agevolato la diffusione all’interno dei reparti?

Come può essere accaduto?

Questo devono spiegare durante i loro monologhi i competenti manager della sanità.

Ma quale fase due?

Dal 4 maggio nell’azienda Moscati vorrebbero ripristinare tutto come prima: secondo gli esperti c’è il covid Hospital e gli altri reparti sono a rischio zero.

Qui non si riesce ad evitare il contagio laddove dovrebbe essere debellato il virus…

Reparti covid e non covid, nessun rischio, niente trucco nè inganno: parole inutili.

Proprio nei reparti nocovid bisogna tenere alta l’attenzione perché tutti i pazienti sono possibili contagiati.

La popolazione è preoccupata. E a procurare l’allarme non sono gli organi di informazione.

Altro che cavalli di frisia – quello con il filo spinato – tirato in ballo da De Luca duettando con il suo omologo Fontana da Bruno Vespa a “Porta a porta”: qui c’è un cavallo di Troia di cui il Governatore, dai suoi generali, deve sapere.

E’ quello che porta il virus all’interno di un ospedale dove si registrano contagi e vittime non solo per colpa del Codiv-19.

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