Covid-19: Al Moscati litigano per i soldi delle donazioni

Non è possibile sapere quanti soldi sono stati versati sull’Iban dell’ospedale Moscati da parte di generosi cittadini e imprenditori che hanno voluto testimoniare, in modo concreto, vicinanza e sostegno verso una istituzione che si è occupata della cura delle persone in tempo di Covid-19.

La cifra dovrebbe essere sostanziosa ma l‘Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino non ha dato ancora conto delle donazioni ricevute.

In nome della trasparenza e soprattutto perchè ci sono di mezzo tanti soldi, bene farebbe la direzione del Moscati a rendere pubbliche le somme ricevute dai donatori, dando onore e merito a quanti hanno versato soldi nelle casse dell’azienda ospedaliera per farne l’uso migliore. Senza nulla a pretendere.

Altri donatori bene avevano pensato di consegnare direttamente all’Ospedale di Avellino apparecchiature sanitarie, dispositivi di protezione ed altro materiale utile, in modo da accelerare i tempi – al momento le donazioni in danaro non sono state ancora utilizzate – ed evitare situazioni come questa.

Due ipotesi

Sulla destinazione di quelle somme adesso si litiga.

Da una parte c’è chi sostiene che i soldi siano utilizzati per DPI e attrezzature, perché questa è stata la volontà dei donatori.

La tesi aziendale è di destinare quei soldi al personale dipendente, non si sa con quale criterio.

Pare evidente che dividendo la somma complessiva per la platea di dipendenti, ciascuno incasserebbe una miseria.

Eventuali premi per i dipendenti devono essere prelevati dai fondi dell’azienda ospedaliera e non da quelli che provengono da donazione.

Per cui la proposta della direzione strategica dell’Azienda ospedaliera «Moscati» sembra proprio un modo per risparmiare. Come se non bastasse avere evitato dalla voce “uscite” del bilancio le spese per l’acquisto del materiale invece ricevuto in donazione.

Alla luce di ciò, immaginate il pensiero di donatori che vedono il loro gesto di generosità quale motivo di discussione circa la destinazione delle somme.

E’ proprio vero: quando ci sono di mezzo i soldi, si finisce per litigare. Ad ogni livello.

La decisione sull’utilizzo delle somme delle donazioni doveva essere presa nel corso di una riunione poi saltata: pare fosse in calendario (era il 29 aprile) un più importante impegno dei manager.

Terza ipotesi

Una soluzione ci permettiamo di fornirla noi: dare un premio in danaro a tutti i medici pensionati del Moscati. Quelli che ogni giorno – anzichè starsene a casa, lontano dall’ospedale per evitare il rischio del contagio – continuano ad affollare i corridoi del plesso di Contrada Amoretta.

Non è dato sapere a che titolo vanno ancora lì. Chi si esporrebbe al rischio contagio (sono tutti prossimi o addirittura oltre i 70 anni) senza averne un tornaconto? E allora che il loro sacrificio sia gradito ai manager e ai sindacati destinando i soldi ai medici pensionati.

Così, ricevuto il premio, dovranno tornare definitivamente a casa, evitando inutili e impropri assembramenti.

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