Controlli del Miur per i diplomi venduti alla Cisl di Avellino: e se fossero autentici?

Li definiscono “diplomi falsi”. E se fossero autentici? Come si può stabilire se siano veri o falsi?

Dopo la denuncia fatta da “Striscia la notizia” e l’individuazione del soggetto che, presso gli uffici della Cisl di Avellino, offriva al costo di 2000 euro attestati che consentissero di ottenere maggiore punteggio nelle graduatoria per aspiranti supplenti, adesso scende in campo pure il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. (LEGGI QUI)

Con una nota, viene fatto sapere che è stata disposta una verifica per analizzare tutte le domande di supplenza presentate nel periodo fino al 31 ottobre scorso, per individuare le certificazioni non idonee.

Difficilmente si riuscirà nell’intento perché gli attestati potrebbero essere validi a tutti gli effetti.

In realtà vengono definiti “falsi” ma non lo sono.

Gli aspiranti supplenti non avrebbero partecipato ai corsi per ottenere quegli attestati, questo è il punto focale. Sarebbero stati acquistati a un determinato costo solo per evitare perdite di tempo e rientrare nei termini della scadenza del bando.

Rischia di diventare una bolla di sapone tutto quanto clamorosamente emerso negli ultimi giorni.

E allora pure l’ispezione del MIURsi concluderebbe con un nulla di fatto, con la solita beffa per chi ha le carte in regola, ha perso tempo e speso soldi per frequentare corsi.

In questo modo, però, il Ministero si sarebbe lavato la coscienza, facendo quanto di sua competenza. Così come il Sindacato Cisl, annunciatosi parte lesa e con tanto di  esposto presentato alla Procura della Repubblica per denunciare l’operato del suo collaboratore Antonio Perillo. Pure quest’ultimo potrebbe cavarsela a buon mercato.

Un sistema per scoprire l’organizzazione ci sarebbe.

Nel servizio mandato in onda da “Striscia la notizia”, quando l’inviato Luca Abete intervista il collaboratore della Cisl che avrebbe chiesto soldi per cedere le attestazioni false o vere che siano, mostra una di queste.

Facendo attenzione ai fotogrammi, sul documento si legge l’intestazione dell’Organismo che rilascia quegli attestati e l’indirizzo (Caserta).

Perchè non partire proprio dall’Istituto del Casertano e fare qualche domanda ai responsabili? Chiedere se i destinatari delle attestazioni, ad esempio, hanno frquentato i corsi? E’ immaginabile che risponderanno “certamente!”.

E allora potrebbero scattare i controlli incrociati. Invece di partire dalla “coda”, avvero dalla verifica degli attestati, sarebbe il caso di andare alla “testa” ovvero da chi rilascia quei documenti.

E ancora, si potrebbe domandare ai responsabili dell’Istituto: con quali rappresentanti di sindacati o altri soggetti intrattenevano rapporti? Vuoi vedere che escono pure altri nomi?

Stando ai sussurri, pare proprio che il fenomeno fosse generalizzato e noto a tanta gente, non solo ai frequentatori degli uffici della Cisl Scuola di Avellino.

Personaggio rilevante della vicenda, infine, è proprio il collaboratore della Cisl Scuola Antonio Perillo (collaboratore Ata si leggeva nel sito della Cisl fino a poche settimane fa). Si potrebbe chiedere proprio a Perillo come si svolgevano le cose, avere esaurienti spiegazioni.

Il segretario generale della Cisl, Mario Melchionna, ha dichiarato che Perillo è irreperibile. Potrebbe non esserlo per il personale delegato dalla Procura della Repubblica.

L’uomo, a quel punto, potrebbe discolparsi di quanto gli viene attribuito e, magari, fornire elementi interessanti per spiegare come funziona questa prassi che ora sta facendo gridare allo scandalo ma pare proprio che ci sia poco da scandalizzarsi, essendo assai nota negli ambienti della scuola.

 

SPOT