Centro per l’autismo di Avellino, una vergogna lunga undici anni: i particolari

Undici anni di attesa, di pazienza, di intralci burocratici.

E’ il tempo trascorso dall’11 giugno 2007 ma il Centro per l’Autismo di Avellino rappresenta ancora un miraggio.

Nel frattempo sono proliferati i centri privati, l’Aias ha avuto il momento di massimo splendore e poi si è visto come è andata a finire.

Undici anni di vergogna dal quel caldo giorno di giugno. C’erano tanti personaggi, in prima fila.

Per la posa della prima pietra del primo lotto per il Centro di servizi e assistenza socio-sanitaria per soggetti autistici non mancarono all’appuntamento il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso e gli assessori regionali Gabriella Cundari ed Enzo De Luca.

Si leggeva nella nota informativa di quel giorno: “Il progetto per il Centro, il cui valore complessivo ammonta a circa tre milioni di euro, rientra nell’ambito del Programma Complessivo di Riqualificazione Urbana dell’area di Valle-Q1-Ponticelli.

Consentirà la realizzazione di una struttura terapeutico-riabilitativa per soggetti affetti da autismo”.

E ancora: “Il Centro sarà organizzato per aree specialistico-tematiche e prevede, oltre a un’area di accesso, un’area per accettazione, informazione e presidio medico, un’ala residenziale per la permanenza dei frequentatori full-time, un’area refettorio, un’area didattico-riabilitativa formata da spazi per attività educative e per la riabilitazione fisica ed idroterapia, foresteria ed uffici amministrativi ed un’area per attività terapeutiche all’esterno.

Poi le dichiarazioni trionfalistiche.

“Si tratterà – affermò 11 anni fa l’allora Giuseppe Galasso – di una struttura all’avanguardia, una delle prime nel Mezzogiorno che diventerà, certamente, punto di riferimento per tante famiglie con figli autistici. Per queste persone, che si trovano, loro malgrado, a dover affrontare una situazione difficile da gestire, non c’è attualmente alcun supporto. Sono costrette a lunghi viaggi fuori dalla nostra provincia per ottenere adeguata assistenza”.

Undici anni di vergogna.

Perchè il Centro per l’Autismo di Avellino doveva essere realizzato nel giro di un anno e mezzo. E le famiglie hanno continuato a fare viaggi della speranza mentre la struttura è lì, in mezzo alla campagna, bloccata da procedure burocratiche per le quali nessuno vuole assumere impegni.

Le associazioni non demordono, continuano la loro opera di sensibilizzazione verso quanti non offrono risposte concrete.

Adesso hanno scritto una lettera al Commissario Straordinario del Comune di Avellino chiedendo un urgente intervento di CONTINUITA’ rispetto ai lavori di completamento del Centro per l’Autismo di Avellino.

Segnalano in particolare cosa occorre fare:

1 – Comune di Avellino: approvare e finanziare VARIANTE di lavori necessari per risanamento e completamento

2 – Provincia: siamo in attesa dell’incontro con il nuovo Presidente per l’autorizzazione alla costruzione di un muretto che costeggia il confine della SP 70 per circa 150 metri.

N.B.: non è dato sapere se la proprietà del suolo, originariamente del signor Pasquale Pescatore (legale avv. Sandulli), sia diventata del Comune di Avellino. Dal gennaio 2017 fu suggerita dalle stesse Associazioni l’applicazione dell’art. 42 bis del T.U. sugli appalti pubblici, acquisizione sanante.

 

 

 

 

 

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