Blocco visite per invalidità civile a accompagnamento: gli aspiranti parlamentari cosa dicono?

Ma lo sanno gli aspiranti palamentari che vanno un giro a chiedere consensi, quali sono le esisgenze della gente comune, degli anziani, dei malati? E’ questa la sintesi del duro comunicato emesso dalla delegazione irpina dell’Unione Nazionale Consumatori rispetto a quanto avviene per le persone in attesa di essere chiamate a visita per l’ottenimento dei benefici di legge previsti per chi vive una condizione di grave disagio.

Ecco, sono queste le cose, gli argomenti, che alla gente piacerebbe sentire parlare, conoscere il punto di vista di chi va ad elemosinare il voto e sapere cosa promette, l’aspirante parlamentare, in cambio di quella preferenza.

Enrico Ferrara, responsabile della sezione irpina dellaUNC, fa sapere: “Con la sola eccezione dei malati oncologici, dall’1 gennaio di quest’anno l’INPS non garantisce più l’espletamento delle pratiche per l’ottenimento dell’invalidità civile: in buona sostanza tali pratiche sono di fatto bloccate.

Tale disservizio – intollerabile e senza giustificazioni – è dovuto al fatto che la Regione Campania  non ha ancora sottoscritto la nuova convenzione (scaduta il 31 dicembre u.s.) con le ASL e l’INPS, per cui nei prossimi mesi  si rischiano  ripercussioni fortemente negative su diritti e necessità di persone con seri problemi di salute, svantaggiate e bisognose di assistenza. 

Tutto questo avviene nel pieno di una campagna elettorale priva di  programmi sociali credibili e di ampio respiro, caratterizzata invece da mirabolanti e irrealizzabili impegni.

Per queste ragioni la Delegazione irpina dell’Unione Nazionale Consumatori fa appello a tutti i candidati, di qualsiasi colore o connotazione politica, affinché si impegnino pubblicamente e con fatti concreti per la immediata sottoscrizione della suddetta convenzione, al fine di ristabilire giustizia e diritti per persone che affrontano quotidianamente sofferenze fisiche e disagio sociale.

Un impegno concreto in questo senso paleserebbe la volontà di accorciare le distanze esistenti tra politica e cittadini, tra i Palazzi e la quotidianità della gente comune.

Diversamente, l’inerzia rispetto a questioni che riguardano la sostanza di tanto malessere che oggi si registra negli strati più provati della nostra società, darebbe ragione e fiato al qualunquismo e ai populismi che stanno delegittimando il ruolo e la funzione della politica e delle Istituzioni”.

 

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