Tagli ai trasporti ferroviari, l’Idv scende in campo ad Ariano

ARIANO IRPINO – Un pomeriggio affollato di pubblico e di personalità di spicco politico-istituzionali quello consumatosi ad Ariano Irpino, non a caso nei locali della Scuola Elementare ubicata di fronte alla stazione ferroviaria del paese. Mai come in questo caso, parterre e relatori si sono fusi in un dibattito ricco di spunti e considerazioni. Al di là delle formali enunciazioni, lamentazioni, accuse e sproloqui di circostanza, si è convenuto sulla unità sostanziale di tutte le forze politiche e sindacali e cittadini accorsi in massa nel reclamare il diritto del territorio allo stazionamento con previsione di fermata nella stazione ferroviaria di Ariano Irpino della dell’”Alta Capacità e Velocità” sulla tratta Est-Ovest della Napoli-Bari.
Il dott. Pasqualino Molinario il promotore dell’apposito comitato predisposto e l’organizzatore del convegno unitamente alla CGL irpina ha colto nel segno. Parte integrante della discussione l’oculato intervento di Erminio D’Addesa – IdV – già Presidente del Consiglio Provinciale
Sull’argomento è intervento pure Antonio Volpe attuale consigliere provinciale in quota IdV. Come componente del “Comitato” anche Aldo D’Andrea, prestigioso esponente dell’IdV irpina impegnato da tempo nella sua campagna di ascolto del territorio e presente nell’assise, sollecitato sulla questione: “Dire che il Governo Berlusconi sia stato per l’Italia un vero disastro, oggi, con il senno del poi, è sotto gli occhi di tutti ed è perciò innegabile. Scoprire però quanto esso sia stato indifferente alle esigenze della gente, suscita quasi sentimenti di sorpresa, se è vero, come è certo, che trasporti, sanità, istruzione sono divenute le ancelle da relegare ai margini, e perciò da rendere sempre più sgualcite e poverelle.
Si aggiunga pure che l’Irpinia, per il semplice fatto di essere provincia di questa Campania, e maggiormente con questa Amministrazione, è costretta a subire ulteriori privazioni, che in verità non sembrano casuali, ma frutto di una scellerata strategia di marginalizzazione della stessa, ai fini di desertificarla e renderla terra di servizio di aree a maggiore densità di popolazione.
La sottrazione delle sue ricchezze, acqua, la chiusura di Ospedali, la riduzione di plessi scolastici, fanno il paio con i regali dell’immondizia che arriva, dei super elettrodotti ad alta diffusione di onde magnetiche che la “arricchiscono” ; si favorisce, anzi si stimola la deindustrializzazione, vedi Irisbus ma non solo, e si incentiva la emigrazione giovanile. L’Irpinia, tra l’altro, è l’unica provincia italiana che non può fa uso della ferrovia, e quindi, tanto per dire, le partenze dovranno avvenire solo su mezzi gommati. Sembra una “boutade”, ma invece è reale che dovendo viaggiare, se per lo scopo si volesse far uso delle strade ferrate, bisognerebbe portarsi o alla stazione di Benevento, o a quella di Salerno, o di Foggia.
Ieri, ad Ariano, organizzato dalla CGIL, c’è stato un convegno sulla mobilità provinciale, ed in particolare sulla sottoutilizzazione della locale stazione ferroviaria, attraverso cui vi è passaggio di treni interregionali, che non prevedono una fermata in quella stazione. Ora, la cosa non è di poco conto, perché la mobilità di persone e mezzi arricchisce di per sé un territorio, naturalmente se esso non diventa solo terra di passaggio. Trenitalia, però, per indifferenza dell’Amministrazione regionale, evitando una sosta ad Ariano, accorcia di tre o quattro minuti i tempi di percorrenza dei suoi treni.
Già, perché l’Assessore regionale Vetrella definisce l’area “a bassa domanda”, secondo i suoi cinici criteri di valutazione, e non si discosta dai suoi colleghi di giunta e dal suo Governatore, che hanno condiviso per questa “terra di mezzo”, dorsale appenninica, il degradante progetto liquidatorio dell’asse Tremonti-Bossi, ovvero quello di tagliare risorse dalle periferie del loro “impero”, per destinarle ad aree urbanizzate, casualmente collocate al Nord-Italia.
Il fondo nazionale trasporti infatti ha visto passare la sua dotazione da 1,9 mld d euro del 2010 a 400mln del 2012, obbligando così a tagli del servizio ferroviario che sono in media pari al 60% circa. Cioè a dire che quel poco esistente in Irpinia è stato sottratto al 100%. La gente di Ariano e dell’Ufita non demordono, e si fanno sentire. Giustamente, e con vigore. Essi sanno che l’asse ferroviario Napoli-Bari è l’opera più importante del Sud-Italia, e può davvero determinare lo sviluppo di quell’area e spingono su una Regione sorda, inattiva, volta a guardare altrove, che trascura prospettive di sviluppo, malgrado la possibilità di finanziare progetti con i fondi europei 2007-2013, per ora utilizzati dalla nostra Campania solo al 10%.
Lì, ad Ariano, è prevista la stazione ferroviaria di Santa Sofia, per la tratta ad alta capacitanza Na-Ba, e nel frattempo l’attuale stazione, come dice il dott. Molinario, langue, e vede il solo passaggio di treni senza fermata”.

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