“Rivoglio indietro l’orologio e il cellulare di mio marito, morto di Covid in ospedale”

Il Corriere della Sera, nell’edizione odierna, ha pubblicato la lettera di un’insegnante di Ariano Irpino, Maria Carmela Grasso, che ha perso il marito a causa del Coronavirus.

Tra le vittime del Covid c’è anche mio marito, Sergio Albanese, di Ariano Irpino. Svolgeva un po’ di volontariato presso il centro ascolto «La barca», della Curia Vescovile“, inizia così la missiva di Maria Carmela.

La donna denuncia: “Di fronte c’è un bar
dove prendeva un caffè. Il proprietario, dopo lo scoppio dell’epidemia, di ritorno da un viaggio, non si è autodenunciato alle autorità sanitarie e il 28 febbraio è stato ricoverato per Covid
“.

Appena una settimana dopo, il marito ha iniziato ad avvertire i sintomi del virus: “Il 7 marzo, il 12 ha cominciato a tossire. Se solo l’ospedale fosse stato aperto non avremmo atteso tanto tempo prima
che arrivasse il 118 per portarlo ad Avellino.
Il medico curante ha dovuto litigare con il 118 affinché mandassero un’ambulanza (mio marito aveva avuto un infarto nel 2000). Il 13 marzo è deceduto al
Moscati di Avellino
“.

Ci sarebbe un altro tassello penoso: Sergio è uscito di casa con le sue gambe, con il cellulare, l’orologio e gli occhialiprosegue la lettera della donna -. Tutt’oggi non riesco a sapere che fine abbiano fatto“.

Maria Carmela ha osservato la quarantena fiduciaria ed è stata sottoposta a tampone: “Il 7 aprile ho avuto il risultato: negativo. Solo così ho potuto rivedere mio figlio, ma a debita distanza e ancora non ci abbracciamo. Ho fatto anche il
sierologico dal quale risulta che sono stata contagiata, ma ho sviluppato gli anticorpi
“.

L’amarezza di Maria Carmela deriva dal fatto che “dal 13 marzo al 7 aprile, non ho ricevuto una telefonata da chi avrebbe dovuto essere l’ente preposto a farlo (Asl –
servizi sociali? ). Sono rimasta sola in casa dal 12 marzo al 25 aprile. Fortunatamente ho fatto lezione con le mie classi
“.

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