Rischio idrogeologico, intervenire sul corso del fiume Sarno

Il Sarno, ed i suoi affluenti fra i quali la “Solofrana”, fra i corsi d’acqua che dovranno essere oggetto della messa in sicurezza. Dopo l’alluvione che ha colpito la Liguria preoccupa la situazione idrogeologica in Campania. Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura – la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche lancia l’allarme: “Mettere in sicurezza il fiume Bisagno, assieme al Sarno in Campania e al Seveso in Lombardia, d…

Il Sarno, ed i suoi affluenti fra i quali la “Solofrana”, fra i corsi d’acqua che dovranno essere oggetto della messa in sicurezza. Dopo l’alluvione che ha colpito la Liguria preoccupa la situazione idrogeologica in Campania. Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura – la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche lancia l’allarme: “Mettere in sicurezza il fiume Bisagno, assieme al Sarno in Campania e al Seveso in Lombardia, dove il rischio di esondazione è elevato, è fra le priorità del Governo nella lista dei cantieri anti dissesto idrogeologico”. “A causa di conflitti legali – prosegue De Angelis – sono bloccati lavori per 247 milioni per mettere in sicurezza il fiume Sarno, che nel 1998 provocò 160 morti, e 41 milioni per il Tagliamento”. Per evitare queste situazioni, D’Angelis osserva che con la riforma del codice degli appalti deve essere previsto che “per quelle opere che salvano vite umane quando c’è l’aggiudicazione i lavorai devono partire e che non siano bloccati per eventuali ricorsi. Alla fine del contenzioso potrà invece essere prevista una compensazione economica”. Sono stati sbloccati e dovrebbero partire a breve, invece, i lavori per i fiumi Seveso (50 milioni disponibili su un totale di 120) e Arno (24 milioni disponibili su 180). “Il governo è impegnato a trovare i fondi” per il completamento delle opere, ha aggiunto il capo della missione #italiasicura rilevando che “con lo Sblocca Italia è stato aperto un fondo in cui ci sono ora 110 milioni di euro per la difesa delle aree metropolitane a rischio. Risorse che vanno ad aggiungersi a 2,5 miliardi non spesi per opere varie contro il dissesto idrogeologico. Due miliardi saranno impiegati entro i primi mesi del 2015″.

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