“Resistenze, una vita in terza classe”, spettacolo per la Giornata della Memoria a Montemiletto

Il 27 Gennaio 1945 vengono aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, sancendo la fine dell’Olocausto nazista e mostrando ufficialmente al mondo tutta la crudeltà compiuta dietro quelle mura. Sarah, una donna di nazionalità italiana e di religione ebraica, è tra i sopravvissuti. Si troverà ad affrontare la sua seconda esistenza in un paese che, dovendo fare i conti con l’orrore appena trascorso, nonostante i buoni propositi di “ricordare perché non succeda ancora”, si lascia presto trascinare da indifferenze ed egoismi.

La storia personale di Sarah, dunque, si intreccia con quella dalla “S” maiuscola, e passerà attraverso 50 anni di salienti momenti di grande gioia o dolore dell’intera Italia: il primo voto delle donne, il boom economico, l’attentato a Togliatti, la morte di Peppino Impastato, fino al 28 Marzo 1994, data che sancisce, con la nomina di Silvio Berlusconi a premier, la fine della Prima Repubblica, quella nata proprio nel ’46, alla fine della guerra.

La Mela di Odessa, grazie all’interessamento e all’organizzazione dell’associazione La Bottega delle Arti, e con il patrocinio del Comune di Montemiletto, presenta Domenica 27 Gennaio alle ore 18.00 presso il Castello della Leonessa, in occasione della Giornata della Memoria, lo spettacolo “(R)Esistenze – Una vita in terza classe”. Un racconto che offre il punto di vista di una donna – testimone del periodo più buio che il ‘900 abbia mai vissuto – sui decenni successivi, il tutto accompagnato dai brani più belli e significativi  della tradizione cantautoriale italiana che, esattamente come gli antichi menestrelli, hanno tramandato la storia con parole e melodie immortali, eseguiti dal vivo dal gruppo “Cantautorando”. Non mancheranno anche momenti performativi di danza, a simboleggiare la dimensione onirica della protagonista, i suoi ricordi più intensi.

Per l’associazione culturale-musicale avellinese, il punto di partenza di tale scelta spettacolare è stata l’ammissione di una semplice, quasi banale, verità: limitandosi a commemorare la data di un accaduto, quasi fosse un fenomeno casuale e slegato da un contesto, senza approfondirne le cause e le conseguenze, si rischia non solo di semplificare il contenuto di tale celebrazione, ma anche di trasformarla in mera abitudine priva di significato; di condurre gli stessi celebranti di quei terribili eventi a mettere in moto una serie di azioni tali da replicarne gli effetti, quasi inconsapevolmente. I terribili episodi di razzismi e discriminazioni di questi ultimi mesi ne sono un esempio. Abbiamo due opzioni: accettare passivamente le tesi dei corsi e ricorsi di Giambattista Vico, secondo il quale la storia è destinata a ripetersi, oppure provare a cambiare le cose con gli unici strumenti secondo noi realmente efficaci: l’educazione delle nuove generazioni, la cultura, la bellezza. Perché “non dimenticare” è facile, più difficile è capire come agire affinché non si ripeta.

“(R)Esistenze – Una vita in terza classe” nasce da un’idea di Massimo Testa, che ne cura la drammaturgia insieme a Roberta Gesuè, voluta anche come regista. In scena Ilaria Scarano nei panni di Sarah, accompagnata da Giuseppe Relmi, Massimo Testa e Rosaria Carifano. L’ingresso è libero.

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