Primo maggio, Rouge per addetti Despar

Primo maggio, Rouge per addetti Despar

-“Siamo precari, atipici, parasubordinati, interinali. Siamo in formazione lavoro, a termine, in apprendistato. Siamo in affitto e a scadenza. Le imprese ci ingoiano, ci intimidiscono, sconvolgono i nostri affetti e tempi di vita, occupano le nostre menti e poi ci sputano via quando le convenienze finanziarie lo richiedono”. Parte così il comunicato stampa a firma rouge spazi pubblici autogestiti di Lioni -“Siamo la maggioranza di quelli che entrano nel mercato del lavoro. Ma non abbiamo voce. Non esistiamo. La nostra condizione è oscura, è subita in silenzio. Il mercato del lavoro oggi tira, e molto. Ci sono sempre nuovi uffici e centri commerciali e direzionali da riempire di nuovi schiavi dell’industria dei servizi e della comunicazione. Siamo in piena occupazione. Ma il precariato avanza e il reddito ristagna” racconta i ragazzi dell’altra faccia del comune di Lioni. Ci comprano, ci vendono, ci ipnotizzano con i massmedia, ci trasformano in perfetti consumatori, ci sfruttano, ci rubano e rivendono le nostre emozioni e i nostri desideri ma, soprattutto, ci atomizzano ci e isolano. Il peggiore destino è la routine, soli ad orbitare tra ufficio, televisione e bar. La precarizzazione viene usata come chiave per uno sfruttamento sempre maggiore e per una sempre maggiore abilità nel controllo sociale, che è uno dei principali fattori di annichilimento dei movimenti di lotta e dello stesso concetto di umanita’. Come sempre le risposte possibili le cercheremo insieme. Ma è indubbio, e questo la rete lo insegna molto bene, che il primo dei nostri problemi è quali domande ci poniamo. Con quale qualità “visionaria” affrontiamo il presente, con che grado di eretica valutazione, osserviamo ciò che ci viene presentato come futuro. -“Una nuova generazione nelle fabbriche e nelle catene commerciali ha cominciato a scioperare. I tempi sono propizi per lanciare una campagna di riequilibrio dei rapporti di forza sul lavoro e di redistribuzione massiccia del reddito. Per questo saremo in piazza assieme ai lavoratori e alle lavoratrici, ai precari e non, ai nativi e migranti di questa terra per un primo maggio Rouge” continuano a scrivere i giovani dello spazio pubblico autogestito irpino. Le casse sono piene di capitali accumulati in quindici anni di crescita delle borse, a colpi di fusioni e acquisizioni. E’ il momento buono per farla finita con la ricattabilità, è l’ora giusta per costruire con il conflitto diritti esigibili collettivamente. Più soldi, meno ore, questa è la flessibilità che rivendichiamo. prim

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