Petrolio in Irpinia, la nota di Della Pia

“Il consiglio regionale della Campania con l’approvazione del Maxi Emendamento finanziario, nonche del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015, ha escluso dal dibattito l’emendamento presentato da alcuni consiglieri regionali, su sollecitazione del comitato no trivellazioni in alta irpinia, avverso alla richiesta dell’ Italmin Exploration finalizzata alla realizzazione di un pozzo petrolifero nel territorio del Comune di Gesualdo, nonostante tutti gli atti prodotti da indiscussi esperti…

“Il consiglio regionale della Campania con l’approvazione del Maxi Emendamento finanziario, nonche del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015, ha escluso dal dibattito l’emendamento presentato da alcuni consiglieri regionali, su sollecitazione del comitato no trivellazioni in alta irpinia, avverso alla richiesta dell’ Italmin Exploration finalizzata alla realizzazione di un pozzo petrolifero nel territorio del Comune di Gesualdo, nonostante tutti gli atti prodotti da indiscussi esperti che spiegano scientificamente l’incompatibilità del territorio, alle ricerche , per caratteristiche naturalistiche e geologiche”. E’ quanto afferma Tony Della Pia, segretario provinciale del Prc-Fds.
“Le lobby del petrolio – prosegue Della Pia – approfittando dell’irrisolta “questione meridionale” con spirito rapace, si propongono di colonizzare una terra oramai privata delle sue energie migliori a causa di politiche economiche e produttive inefficaci e controproducenti,promettendo ricchezza e prospettive di benessere, è un imbroglio, il progetto se realizzato rappresenterebbe la definitiva pietra tombale per l’alta irpinia, basta pensare che in Basilicata si estrae il 7% del fabbisogno petrolifero nazionale con utili enormi per le società mentre la Regione resta la più povera d’Italia.
Le responsabilità politiche sono gravi , infatti la multinazionale petrolifera forte di una documentazione in ordine,licenze ministeriali e permessi della Regione, tra l’altro sottoscritti anche dall’allora vicepresidente,attualmente deputato Udc, Giuseppe De Mita intende sfruttare fino in fondo il decreto Salva Italia (sic!) varato dal Governo Monti nel giugno scorso, vero disco verde per le compagnie estrattive. Il petrolio italiano,quindi Irpino, nonostante la scarsa qualità essendo molto viscoso, pesante, povero d’idrocarburi pregiati, carico d’impurità, complicato da pompaare e da raffinare fa gola perchè costa molto poco, infatti nel resto del mondo gli Stati impongono il pagamento di una somma considerevole , sotto forma di royalties, per compensare i danni prodotti dall’attività estrattiva, mentre in Italia in virtù di una tassazione elevata alle imprese, circa il 60%, le stesse,godono di considerevoli franchigie, infatti per i primi 300 mila barili prodotti ogni anno da ogni giacimento sono esenti da royalties, nel corso del 2011 su 59 gruppi petroliferi solo nove le hanno versate. E’ evidente che in nome del profitto i rapinatori del Sud intendono trasformare le nostre terre in un deserto, noi non arretreremo di un passo”, conclude Della Pia.

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