Mauro: “Associazione dei servizi comunali occasione di efficienza”

In questi giorni, i Comuni stanno predisponendo, come previsto dalla legge, la Associazioni di almeno tre servizi, rinviando alla fine del 2013 l’obbligo di associarne altre tre. Si tratta di un appuntamento importante, anche se non nuovo, in termini di possibilità, atteso che già la legge 141 del 90, creava le condizione per effettuare tale scelta. Il decennio trascorso dalla emanazione di questa scelta, ha dimostrato, nei fatti, la scarsa propensione degli Enti Locali a sperimentare tale opz…

In questi giorni, i Comuni stanno predisponendo, come previsto dalla legge, la Associazioni di almeno tre servizi, rinviando alla fine del 2013 l’obbligo di associarne altre tre. Si tratta di un appuntamento importante, anche se non nuovo, in termini di possibilità, atteso che già la legge 141 del 90, creava le condizione per effettuare tale scelta. Il decennio trascorso dalla emanazione di questa scelta, ha dimostrato, nei fatti, la scarsa propensione degli Enti Locali a sperimentare tale opzione, frutto di una non maturata convinzione di cimentarsi su un terreno nuovo di gestione dei servizi. Una logica derivante da una diffusa propensione alla gestione autarchica degli stessi e, soprattutto, da una malintesa convinzione politica di gestire politicamente e in termini di potere, seppur piccolo e limitato, il ruolo e la funzione di Amministratore locale. Certo non ha aiutato una politica che non è stata più in grado di leggere e proporre in termini di qualità e sperimentazione, l’opportunità di pensare al governo di un territorio più vasto del proprio orticello, come strumento ed opportunità per ricercare forme e modalità di gestione dei servizi pubblici, che avesse come orizzonte e finalità, quello di garantirne un miglioramento in termini di qualità ed efficienza. La stessa scelta imposta dalla legge in vigore, purtroppo non è figlia di una elaborazione politica e legislativa su come affrontare in termini di sistema tutta la problematica dei servizi che un Comune deve garantire ai propri cittadini, perché l’attuale “imposizione” risente quasi esclusivamente, delle scelte derivanti dalla necessita di contrarre la spesa pubblica. Ci ritrova comunque di fronte ad una imposizione che dovrebbe essere colta come una positiva opportunità per ripensare al governo del territorio e soprattutto ad individuare forme articolate di gestioni dei servizi in grado di rispondere alle esigenze del territorio e dei cittadini che lo popolano. Alcune prime deliberazioni di associazioni, di cui siamo a conoscenza, confermano le riflessioni qui svolte, visto che le stesse si stanno concentrando in maniera preponderante sui servizi di vigilanza urbana o di trasporto scolastico tralasciando invece aspetti più significativi come la gestione del territorio, associando gli uffici tecnici e quelli manutentivi, oppure cogliendo l’occasione per rideterminare, rilanciare e qualificare gli sportelli unici per le imprese. In tal modo si potrebbero creare le condizione per la unificazione di centri di costo che oggi drenano risorse e spesso non soddisfano esigenze. Altra scelta significativa potrebbe interessare la gestione ed il controllo dei servizi tributi, le politiche per lo sviluppo e la valorizzazione dei beni ambientali e dei giacimenti culturali di cui il nostro territorio è ricco. Tale ultima possibilità potrebbe intrecciarsi in una sinergica politica per i giovani e per una più razionale e ponderata gestione del tempo libero e delle attività ricreative. Infine una dimensione di ambito più vasta offre una opportunità alla platea dei dipendenti, che saranno chiamati ad approfondire e rivisitare il proprio bagaglio di professionalità potrebbe essere occasione per riprendere un percorso di aggiornamento e riqualificazione da anni oramai abbandonato, oltre a ripensare rinvigorire una contrattazione decentrata, che langue e si sta sempre più depauperando. Una occasione insomma per respingere anche da questo versante il forzato declino a cui si vuole destinare il ruolo e la funzione del lavoro pubblico e la conseguente restrizione dei diritti di cittadinanza.

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