Isochimica, Nappi chiede all’Arpac di ripetere i rilievi

Il Consigliere regionale Sergio Nappi ha presentato un’osservazione al Piano di Bonifica Regionale inerente l’area dell’ex Isochimica recentemente inserita nell’elenco dei siti che dovranno essere oggetto di interventi di risanamento. L’esponente del Gruppo Caldoro ha mosso dei rilievi in merito all’indice di rischio assegnato al sito e al livello di priorità attribuito ai fini del finanziamento. Contestualmente Nappi ha chiesto all’Arpac di effettuare nuovamente i rilievi necessari a verificare il livello di dispersione nell’aria di fibre di amianto.
“Il provvedimento con il quale la Procura della Repubblica ha sequestrato l’area – spiega Nappi – è scaturito dalle verifiche disposte dagli inquirenti dalle quali si è evinto lo stato attuale di ‘ammaloramento’ degli oltre 500 cubi di cemento-amianto friabile illecitamente smaltiti, dal 1983 al 1988, nel corso dell’attività industriale dell’Isochimica ai quali andrebbe aggiunto il rischio legato alla persistenza delle coperture in eternit. Una condizione – prosegue Nappi – tale da imporre per i cubi e per le coperture, secondo quanto sostenuto dalla Procura, ‘una valutazione di generalizzata inidoneità a trattenere le fibre di amianto, la cui dispersione va ad integrare quell’evento grave e complesso che, provocando effetti nocivi di natura diffusiva, espone a concreto pericolo, collettivamente, l’incolumità di un numero indeterminato di persone”.
“Le valutazioni della Procura – rileva il Consigliere regionale – potrebbero essere state sottovalutate da chi ha provveduto a stabilire l’ordine di priorità, indicando il sito al 14° posto, dopo 12 siti del napoletano e uno del casertano. La Giunta – prosegue – non ha tenuto conto del rischio al quale sono esposte, così come scrivono i tecnici della Procura della Repubblica, ‘un numero indeterminato di persone’, a causa della inidoneità del sito a trattenere le fibre di amianto. Fibre che, in particolari condizioni atmosferiche, possono facilmente raggiungere le abitazioni circostanti e cittadini che vi abitano esposti allo stesso rischio al quale sono stati sottoposti gli operai che lavoravano nello stabilimento. Sono numerosi, infatti, i casi di tumore registrati non solo tra gli ex operai dello stabilimento, ma anche tra la popolazione residente nell’area circostante”.
Secondo Nappi, dunque, la Regione avrebbe dovuto dare una priorità diversa al progetto di bonifica dell’Area ex Isochimica che, alla luce della sentenza del Tar 1181 del 2011, è da considerarsi pubblica in quanto la proprietà è stata riacquistata dall’Asi in seguito al giudizio promosso dinanzi all’autorità di giustizia amministrativa.
“La misura 1.2, sulla quale andranno attinte le somme necessarie a procedere alla bonifica dell’area, – fa sapere inoltre Nappi – è stata prosciugata in seguito alle procedure di infrazione alle quali è stata sottoposta la Regione Campania per inadempienze del passato; le somme, infatti, sono state trasferite in larga parte ai Piani di azione e coesione. Una condizione dalla quale, di fatto, scaturiscono seri dubbi sulla concreta possibilità che il progetto di bonifica dell’area ex Isochimica, solo 14° in ordine di priorità, venga finanziato e, dunque, realizzato. Con l’osservazione presentata ho chiesto alla Giunta di rivedere l’ordine di priorità assegnato all’area ex Isochimica e di censirlo immediatamente come pubblico. Contestualmente – chiude Nappi – ho sollecitato l’Arpac a ripetere i rilievi già effettuai alcuni mesi fa al fine di verificare la presenza di amianto nell’aria; una richiesta finalizzata esclusivamente a garantire la incolumità di chi abita nelle vicinanze del sito”.

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