Immigrati in Irpinia: “Attivare subito politiche di integrazione”

“Sono le politiche di integrazione che si rendono necessarie e non i respingimenti”: lo afferma il Presidente del Consiglio Regionale della Campania Pietro Foglia, concludendo il convegno “Immigrazione in Irpinia, che fare?”, organizzato dall’amministrazione comunale di Venticano in collaborazione con la redazione di Irpinia Sannio TV presso la Sala Convegni BCC. “Noi tradizionalmente siamo un popolo di migranti – continua Foglia -: dobbiamo prendere quale esempio una grande tradizione democrati…

“Sono le politiche di integrazione che si rendono necessarie e non i respingimenti”: lo afferma il Presidente del Consiglio Regionale della Campania Pietro Foglia, concludendo il convegno “Immigrazione in Irpinia, che fare?”, organizzato dall’amministrazione comunale di Venticano in collaborazione con la redazione di Irpinia Sannio TV presso la Sala Convegni BCC. “Noi tradizionalmente siamo un popolo di migranti – continua Foglia -: dobbiamo prendere quale esempio una grande tradizione democratica, quale quella degli Stati Uniti, dove grazie proprio ad una consolidata tradizione di integrazione i figli ed i nipoti degli immigrati italiani, ed in particolare campani, hanno raggiunto posizioni di rilievo nella società americana, come dimostrano gli esempi del Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, originario della Provincia di Salerno e lo stesso sindaco Bill De Blasio, la cui famiglia proviene da Sant’Agata dei Goti, nel Sannio”.
Per il Presidente del Consiglio Regionale è necessario attivare politiche più favorevoli all’integrazione di chi arriva nel nostro Paese, per sfuggire alle guerre e alla fame: “i loro figli che frequentano le nostre scuole devono sentirsi parte integrante del stessuto sociale, e non apolidi – prosegue Foglia -, consentendo loro di ottenere la cittadinanza al compimento del ciclo di studi. Dobbiamo arginare il paradosso che, in quanto figli di cittadini esteri, pur essendo nati in Italia, impedisce loro di avere né la cittadinanza dei loro genitori ne quella del Paese dove sono nati”.
“Pertanto – conclude il Presidente del Consiglio Regionale – bisogna dare un’accelerata alle politiche di integrazione, non solo per spirito religioso, ma anche come forte segnale di civiltà, chiedendo all’Europa interventi più incisivi che siano in grado di sostenere e integrare finanziariamente gli sforzi dell’Italia in questa direzione”.

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