Bisaccia dopo Calabrò, Gallicchio: adesso azioni clamorose

Bisaccia dopo Calabrò, Gallicchio: adesso azioni clamorose

“A difesa dell’ospedale di Bisaccia ma soprattutto della sanità e del diritto di vivere in Alta Irpinia. Per questo siamo chiamati a rimettere in movimento la macchina della protesta ma questa volta saranno azioni clamorose”. A dichiararlo è Pasquale Gallicchio, consigliere comunale a Bisaccia e dirigente provinciale del Partito Democratico, protagonista un mese fa con altre persone e il sindaco Salvatore Alaia di ben quattro giorni di sciopero della fame a difesa dell’ospedale “Di Guglielmo” di Bisaccia che dalla nuova programmazione regionale da struttura ospedaliera passerebbe a residenza sanitaria per anziani.
“Dopo l’incontro di venerdì con il senatore Calabrò, delegato alla sanità dal presidente Caldoro – afferma Gallicchio – il destino dell’ospedale di Bisaccia appare segnato e con esso anche S.Angelo dei Lombardi e altre strutture della provincia. Non nascondo la rabbia che provo soprattutto verso quella politica che aveva fatto capire di prendere in considerazione ipotesi di rilancio per il “Di Guglielmo”, tanto da chiederci l’interruzione dello sciopero della fame per stemperare la tensione e ragionare in maniera diversa rispetto all’ipotesi Zuccatelli che aveva deciso di trasformare l’ospedale in una Rsa. Così, per settimane non abbiamo sentito parlare di altro che di pronto soccorso e di tutto ciò che poteva servire a tutelare la salute dei cittadini altirpini e il futuro della struttura.
Invece, le parole di Calabrò hanno svelato l’inganno: il pronto soccorso è diventato un primo punto di risposta alle emergenze ma senza la possibilità di stabilizzare e ricoverare il paziente perché non sono previsti posti letto di medicina e chirurgia. Ci saranno solo degli ambulatori che funzioneranno sulle dodici ore in una struttura dedicata per la totalità agli anziani.
Insomma, un passo indietro di mesi e il ritorno all’ipotesi Zuccatelli. Inoltre, la deroga richiesta con un voto unanime dal Consiglio provinciale per Bisaccia, come del resto già avviene per gli ospedali di Procida e Capri, nell’incontro di Palazzo Caracciolo da Calabrò è stata ignorata, nelle sue risposte non è stata neanche sfiorata. Il peggio è stato che neanche la politica presente ha avuto il coraggio di chiederne conto lasciando che l’argomento morisse affogato nella valanga di chiacchiere dette dal senatore”.
A questo punto Gallicchio, dopo l’assemblea pubblica che si è tenuta a Bisaccia sabato sera, non ci sta a tirarsi in disparte e lasciare via libera alla chiusura dell’ospedale.
“Quelli che possono apparire eventi paralizzanti e scoraggianti come le parole di Calabrò non devono fare altro che spingerci nel tentativo di alzare ancora una volta la tensione per richiamare la politica a nuovi impegni. Con la vicenda dell’ospedale di Bisaccia si capisce molto bene che fine faranno le nostre zone. Spopolamento, emigrazione, tagli alle scuole, tagli alle risorse, tagli alla sanità, tagli i trasporti e la parola tagli è per chi vive nei piccoli paesi dell’Alta Irpinia e non solo una ghigliottina pronta a scattare. A questo punto i sindaci, seguiti dalle popolazioni, devono avere un sussulto d’orgoglio e sulla scorta della questione Bisaccia iniziare una battaglia seria a difesa delle loro comunità per aprire una vertenza regionale e nazionale sul futuro dei piccoli comuni.
Proprio per dare un contributo a costruire una risposta i sindaci devono bloccare le decisioni che Calabrò e la maggioranza regionale stanno per assumere per Bisaccia. Ma il segnale deve essere forte tanto da preoccupare la politica non per la protesta in sé ma perché è in moto una tensione sociale destinata a salire sempre di più. E quindi la proposta è quella di consegnare le fasce tricolori, segno di autorità e rappresentanza territoriale, nelle mani del Presidente della Repubblica. Ad accompagnare i sindaci a Roma un lungo corteo fatto di centinaia di macchine e pullman, che da Bisaccia partendo per Roma in autostrada porterebbe la protesta a livello nazionale”.

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