Assistenza domiciliare, Florio: “L’Asl ha fatto oltre il dovuto”

AVELLINO – “La Direzione Generale dell’ASL Avellino ritiene opportuno chiarire alcuni concetti riguardanti le Cure Domiciliari che, evidentemente, sono sfuggiti a quanti in questi giorni hanno ritenuto di dover intervenire al riguardo: l’ASL Avellino al termine dell’anno 2013 avrà erogato per le cure domiciliari di I e II livello, a fronte di uno stanziamento annuo di € 2.997.662.68 una somma ulteriore pari a circa € 2.000.000, con uno sforamento del budget stanziato palese ed acclarato. Si precisa – afferma nella nota Sergio Florio – che a queste somme vanno aggiunte i costi relativi alle Cure Domiciliari di III livello ed alle Cure Palliative effettuate con dipendenti ASL, ed i costi attinenti ai Piani assistenziali e agli accessi domiciliari liquidati ai MMG. Si sottolinea che nel corso del 2013 L’ASL Avellino, si è trovata davanti:
– ad un ingresso maggiore di utenti nel Sistema delle Cure Domiciliari;
– ad una durata media di permanenza nelle Cure Domiciliari degli utenti dell’ASL spesso maggiore di 180 giorni (6 mesi), termine indicativo e non esaustivo, definito quale limi te medio dalle Linee Guida Regionali di cui alla DGRC41/2011, che ha determinato un ingessamento del sistema con un conseguente mancato turn over dell’utenza e allargamento della platea degli assistibili e non raggiungimento del target fissato dalla Regione.
– e in definitiva ad una maggior spesa sostenuta.
A questo va aggiunta ed evidenziata la totale assenza del Sistema Sociale che, oltre a non rimborsa re la quota del 50% delle prestazioni OSS erogate ed anticipate dall’ASL per conto dei comuni non è stato capace di impiantare un sistema di assistenza domiciliare sociale che permettesse il passaggio degli utenti dal sistema sanitario al sistema sociale consentendo all’ASL di fornire a questi stessi utenti in uscita delle cure prestazionali sanitarie e non Cure Domiciliari di I livello non appropriate e prolungate. Va rimarcato che lo stesso problema e alla base del “blocco” dei posti letto di RSA Anziani e Disabili da parte di utenti che, non trovando collocazione in strutture intermedie e definitive di tipo sociali, inesistenti e neanche programmate da parte del sistema sociale, restano in RSA in eterno. Questa situazione ha portato la Direzione Genera le dell’ASL ad emanare la direttiva n. 767 1 del 22/ 11/2013, indirizzata ai Direttori dei Distretti ed ai Direttori dei Presidi Ospedalieri dell’ASL tesa a razionalizzare e a dare un segnale forte di inversione di tendenza al sistema, e il tutti gli attori in esso impegnati, sulla scorta peraltro di criteri di appropriatezza economica ed assistenziale definiti dalla Regione Campania. L’anacronismo, in termini assistenziali, del passaggio dal domicilio all’ospedale, che tanto ha “sconvolto” i fautori provinciali della legittim ità assistenziale e stato determinato, temporaneamente e solo fino al termine del 2013 come la direttiva chiaramente esplicita, dal fatto che le spese indotte dai presidi ospedalieri, i cui ricoveri non sono pagati a DRG (tariffe), sono fisse e che quindi questi ricove ri non si tradurranno in un’ulteriore perdita per l’Azienda. La proposta del ricovero all’Hospice di Solofra, una delle poche strutture pubbliche presenti nella Regione, offerta ai pazienti delle Cure Palliative in condizioni più gravi, vista la qualità dell’assistenza erogata dalla struttura, non appare davvero, come da più parti affermato, come un segno di indifferenza alle condizioni delle persone da parte dell’ASL L’individuazione quindi di posti letto per i pazienti territoriali e apparsa la soluzione in grado di dare risposte assistenziali certe ed immediate a domande espresse senza gravare ulteriormente su un fondo già esaurito a metà anno.
In conclusione, l’ASL sottolinea ancora come, nel corso del 2013, non è mai venuta meno ai suoi doveri nei confronti di quanti hanno necessitato di Cure Domiciliari, che l’impegno che ha profuso nell’assicurare l’assistenza richiesta è sempre stato costante ed è andato vie più aumentando sino a far esplodere la spesa, creando uno squilibrio economico rappresentato da circa 2 milioni di euro spesi in più rispetto alla somma stanziata per tale attività. E’ auspicabile che una materia delicata come quella che tocca le fasce più deboli della popolazione sia affrontata con serietà e senza strumentalizzazioni nei confronti dell’unico ente territoriale che eroga assistenza supplendo, al di là delle proprie definite competenze, anche alle carenze di altri sistemi”, conclude Florio.

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