Alta capacità, Fierro: “Far chiarezza il più presto possibile”

AVELLINO – “La querelle giornalistica di queste ore sulla cancellazione della stazione irpina della Alta Capacità Napoli-Bari non aggiunge e non toglie nulla a quanto già sapevamo”. E’ quanto afferma Lucio Fierro, presidente del Cna. “La Regione Campania, con improvvido atto del suo Presidente e della sua Giunta ha concordato, oramai da mesi, con RTI la modifica del tracciato ed il ritorno a quello in galleria che taglia fuori l’Irpinia. La scelta, motivata con ragioni di riduzione dei costi molto opinabili (il tracciato prescelto, in galleria ed in zona ad altissimo rischio geologico) nasce dalla assoluta incomprensione di Caldoro e della sua maggioranza della strategicità, per la Campania intera, del collegamento est-ovest, Mediterraneo-Balcani.
Il provvedimento è, allo stato, ancora non definitivo in quanto la ratifica di giunta ha lasciato uno spiraglio aperto al ripensamento. E’ questa la ragione vera sulla base della quale si è potuto riattivare il Tavolo per il Patto, con due elementi di novità:
a) Integrando nel Tavolo a pieno titolo la Regione stessa, di modo che intese raggiunte a tale livello fossero espressive del consenso delle forze sociali irpine, delle istituzioni provinciali, ma anche della stessa Regione;
b) Proponendo agli interlocutori nazionali, il Ministro Barca in primis, RTI in seconda battuta, la “porta irpina” come scelta strategica per la Campania di una proposta di ri-attrezzamento ad uso produttivo del territorio interno attorno all’Alta Capacita, ma dentro una ipotesi progettuale più articolata di cui pezzi sono la stazione logistica dell’Ufita, l’adeguamento delle aree produttive dell’area, il distretto energetico dell’Alta Irpinia e dentro un sistema di integrazione della mobilità di cui è perno il completamento della Contursi-Grottaminarda, e quindi della Salerno-Reggio Calabria con la Napoli-Bari.
Questa ipotesi, alla luce delle decisioni della Comunità Europea sul “vecchio” corridoio VIII e le integrazioni progettuali che stanno venendo da Basilicata e Molise, avrebbe il non secondario vantaggio di presentarsi come progetto strategico condiviso che il Mezzogiorno nella complessità di ben quattro Regioni interessate offre al Pese ed all’Europa e che, a differenza della TAV non solo non incontra ostacoli, ma si avvale di un sostegno ampio delle popolazioni interessate.
Cosa aggiunge il Ministro Giarda a quanto sapevamo? Nulla! Sorprende, allora, la sorpresa di chi, per mandato elettorale ricevuto, a Napoli e a Roma, mesi orsono avrebbe dovuto impedire la scellerata firma di Caldoro e non lo ha fatto,-anzi neppure accorgendosi di quanto avveniva- perdendo così il diritto di atteggiarsi a paladino delle popolazione irpine con le alte grida all’Irpinia scippata! Il nodo vero è, invece -e mi meraviglia che nessuno ne accenni- il tempo lungo, troppo, per la predisposizione del documento di condivisione da sottoporre a Barca da parte del Tavolo nella sua interezza.
E’ quello il luogo del chiarimento. La Regione lo firma: prende atto di un errore compiuto e vi mette mano per recuperarlo. Non lo firma: sceglie una strada scellerata che non è contro l’Irpinia solamente; è contro l’unica vera idea in pista per stare dentro le trasformazioni che la crisi accelera e che propone a tutti un livello di integrazione economica globalizzata al di fuori della quale si resta “periferia” che subisce solamente della globalizzazione gli effetti negativi di una finanziarizzazione senza regole. La chiarezza è quindi urgente. Bando ai Tavoli tecnici! Sibilia predisponga, avvalendosi direttamente del contributi tecnici che ritiene, e sottoponga al Tavolo la bozza di documento-intesa per la firma. Prima lo fa, meglio è per tutti”.

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