Alto Calore, mostruoso passivo: bilancio e revisori, la denuncia

Solo un attento e appassionato osservatore delle vicende burocratiche irpine poteva accorgersi cosa possa raccontare un bilancio, seppure teoricamente perfetto.

L’architetto Claudio Rossano, che segue con passione e spirito civico – ma soprattutto critico – quanto avviene nelle stanze dei bottini di Enti e Uffici irpini, ha scoperto che qualcosa non quadra.

Quel bilancio al momento “oscurato” non è chiaro, contrariamente ai numeri per i quali non dovrebbe esserci interpretazione di sorta.

“Leggo divertito le tante note di stampa che parlano positivamente
dell’approvazione del bilancio consuntivo 2019 dell’Alto Calore Servizi da parte di molti democratici sindaci della provincia di Avellino e di Benevento”.

In realtà c’è poco da divertirsi.

Il preambolo denso di ironia lascia infatti spazio a una serie di osservazioni allarmanti.

L’architetto Rossano, infatti, va al punto della situazione e denuncia apertamente: “Purtroppo di tale bilancio non si ha riscontro sino ad ora sul sito ufficiale di quell’ente e pertanto mi rifaccio ad alcune dichiarazioni dello stesso A.D. Ciarcia che – caso strano – fu revisore dei conti sia di Alto Calore spa sia dell’ATO Calore Irpino ( ente che avrebbe dovuto individuare il gestore idrico, ruolo al quale aspirava ed aspira l’Ente di Corso Europa ).

A tale proposito, Irpiniaoggi ha fatto richiesta alla responsabile della comunicazione dell’Alto Calore, per ottenere copia di un bilancio che è pubblico: nessuna risposta.

Ma proseguiamo con la nota di Rossano e il suo affondo nei confronti dell’Amministratore Delegato

Michelangelo Ciarcia

“Ciarcia parla di un miglioramento del bilancio, ma non può certo nascondere il mostruoso passivo dell’ente (circa 140 milioni di euro) dovuto a mala gestione e soprattutto alla falsificazione dei dati avvenuta all’epoca della sciagurata scissione del Consorzio in due società ( Alto Calore Patrimonio ed Alto Calore Servizi).

All’atto della costituzione della società “Patrimonio” il suo valore determinato in assemblea era di 100mila euro; dopo qualche mese, senza neanche il voto assembleare, ma con una semplice dichiarazione fatta dall’ex senatore De Luca dinanzi al notaio, il valore patrimoniale passò ad euro 579.047“.

I numeri, come la matematica, non sono un’opinione soprattutto per l’architetto Rossano che fa rilevare un dato sconcertante:

“Nel settembre 2004 il valore patrimoniale fu stimato in euro 96.136.891. ovvero 960 (dico novecentosessanta) volte il valore iniziale.

“E molti di quei beni risultavano contemporaneamente nel bilancio di Alto Calore Patrimonio e della stessa Regione Campania!

Quale bilancio era falso?

Ma l’arcano viene svelato oggi da alcuni recenti documenti ufficiali della stessa società di Corso Europa ovvero dallo stato patrimoniale al 2019 relativo ai terreni e ai fabbricati: in tale documento compare la sede di Corso Europa e qualche impianto – tra questi quello di Cassano.

Lo stesso Alto Calore ci dice che “le informazioni sono desunte dai documenti allegati alla Perizia Giurata del 22/9/2004 redatta dall’Arch. Raffaele Troncone ai fini della determinazione del Capitale Sociale della Società “Alto Calore Patrimonio & Infrastrutture Spa”.

Possono mai valere tali miseri beni ben 96 milioni di euro? Non si sono mai rivolte queste domande i revisori dei conti che annualmente hanno dato il loro parere sui bilanci?

Ma ad approfondire le connessioni tra i revisori contabili di ATO Calore ed Alto Calore spa si rimane sconcertati: talvolta coincidono!

E lo stesso Ciarcia – relativamente all’Organo di Controllo OIV – candidamente dichiara che non risulta insediato.

E’ evidente che di fronte a tale catastrofico scenario – determinato anche dal mancato controllo in assemblea di Sindaci che non hanno voluto o saputo vedere le tante irregolarità commesse – oggi autorevoli esponenti del PD hanno voluto dare il loro consenso all’approvazione del bilancio pur di non scoperchiare il nauseabondo pentolone dell’Alto Calore“.

Prendiamo atto di quanto evidenziato dall’Arch. Claudio Rossano.

Si tratta di argomentazioni per le quali appare opportuno un immediato riscontro da parte dell’A.D. Ciarcia e di quanti possano sentirsi chiamati in causa.

Una mancata replica rappresenterebbe la conferma della pubblica denuncia fatta dal professionista avellinese.

Irpiniaoggi è pronto ad ospitare eventuali chiarimenti dalle parti interessate, sia amministratori dell’Ente che da parte di qualche sindaco della provincia di Avellino.

Nello stesso tempo, questo quotidiano ritiene che – trattandosi di una denuncia pubblica – quanto pubblicato rappresenti materiale di rilievo per una possibile indagine giudiziaria.

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