Alto Calore, in 13 a giudizio dalla Corte dei Conti per danno erariale

Alto Calore

Tredici citazioni a giudizio nei confronti di dirigenti e amministratori dell’Alto Calore, da parte della Corte dei Conti. E’ questo il responso della lunga inchiesta svolta dai giudici contabili e per la quale ora dovranno rendere conto 13 persone per un  danno erariale di circa 12 milioni di euro. 

Si tratta di :

1) Eduardo Di Gennaro, direttore generale dal 2006 al 2015

2) Francesco Gallo, dirigente addetto alla direzione del servizio utenza commerciale;

3) Francesco D’Ercole, presidente e componente del cda e fino al 2013

4) Antonio Spiniello coordinatore dell’Attività di Gestione commercializzazione dedita alla gestione della riscossione dei canoni;

5) Eugenio Abate consigliere del cda fino al 2013

6) Ilario Spiniello consigliere del Cda fino al 2013

7) Fernando Errico consigliere del cda fino al 2013

8) Gennaro Santamaria consigliere del cda fino al 2013;

9) Attilio Santoro presidente e sindaco effettivo fino al 2016;

10) Floriano Panza sindaco effettivo sino al 2016;

11) Maria Pastore sindaco effettivo, attualmente in carica;

12) Pellegrino Vassallo sindaco effettivo fino al 2013;

13) Oreste Montano, dirigente responsabile del coordinamento e sovrintendenza delle attività relative alla sede di Benevento.

Risultano invece aArchiviate le posizioni di Mario Vanni, attuale sindaco di Altavilla Irpina, Raffaello De Stefano presidente dell’Alto Calore fino a pochi giorni fa e Maria Lucia Chiavelli, consigliere del cda fino al 2013.
IL GIUDIZIOMentre è stata depositata la citazione a giudizio per
LE ARCHIVIAZIONILe posizioni sono state archiviate in quanto, dopo aver ricevuto l’invito a dedurre, con documentazione prodotta, i tre sono riusciti a dimostrare l’impegno profuso nel risolvere l’annosa questione. In particolare De Stefano e Chiavelli, in qualità di componenti del cda, hanno dimostrato che il consiglio di amministrazione aveva attivato procedure e iniziative di carattere organizzativo (con squadre di personale dedicate, richieste di relazioni al direttore amministrativo in merito ai crediti recuperabili, attività sperimentali su indicazione della commissione di controllo per la verifica dell’affidabilità del servizio esterno) culminate poi nell’aggiudicazione del servizio esterno nel 2017. Mentre Mario Vanni ha dimostrato di non aver inciso nella produzione del danno erariale in quanto si sarebbe concretamente attivato, nei limiti delle proprie competenze, per adempiere ai propri obblighi, ma soprattutto ha più volte sollecitato i dirigenti (Gallo, Spiniello e Di Gennaro citati a giudizio) alla necessità di intervenire sull’attività di riscossione, evidenziando la valenza centrale ai fini della sopravvivenza dell’ente. Le indagini della Corte dei Conti e la guardia di finanza di Avellino dopo aver passato al setaccio circa 8mila bollette emesse all’Alto Calore e mai riscosse,Il nucleo provinciale di polizia economico-finanziaria della guardia di Finanza di Avellino, guidato dal tenente colonnello Gennaro Garzella, per oltre tre anni ha seguito le indagini sull’Alto Calore servizi spa, evidenziando che «per le gravissime criticità connesse sia all’endemica inefficienza del servizio riscossione, sia alla ricaduta in termini di interessi per aver dovuto far ricorso a dei finanziamenti da parte di terzi, non è stata mai presentata denuncia alla locale procura contabile». Le fiamme gialle irpine, coordinate dal colonnello Gennaro Ottaiano, hanno portato alla luce che la società di Corso Europa non ha attivato le procedure necessarie per recuperare le morosità. Gli atti del procedimento sono stati inviati – per conoscenza – anche al neoamministratore unico Michelangelo Ciarcia, al presidente della Provincia Domenico Gambacorta, al sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi, in qualità di soci pubblici e, nel caso di Ciarcia, anche in qualità di presidente della commissione di controllo.

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