Alto Calore, il buon Franza ha votato il bilancio e ora cosa critica?

Alto Calore Avellino - acqua

Con l’esplodere di Lucifero, ecco spuntare la puntuale querelle ferragostana in materia di acqua e chiusura dei rubinetti; questa volta ad infiammare gli animi ci pensa un simpatico quanto inutile scambio di lettere tra il Sindaco di Ariano e l’Alto Calore in occasione dell’ennesima improvvisa interruzione del servizio idrico.

Solo qualche neofita ed inconsapevole consigliere del momento può immaginare che la questione riguardi solo la popolazione ufitana; la vicenda, infatti, coinvolge sia l’aspetto gestionale dell’ente di Corso Europa, sia la prospettiva politica e di governance con cui gli attori nostrani si apprestano ad affrontare le sfide sulla questione idrica.

Una vicenda simile richiede una classe dirigente capace e consapevole dell’importanza della posta in palio; che non si perda dietro chiacchiere inutili; che con capacità denunci che da decenni le gestioni dell’ente di Corso Europa sono votate alla costruzione di carriere politiche.
Una classe di sindaci e consiglieri consapevole e responsabile non cadrebbe nelle futile polemica dello scippo delle acque da parte della Puglia, ma metterebbe al centro della discussione la necessaria e dovuta perequazione a favore di una provincia che, a causa delle sua morfologia, paga il prezzo più alto per il servizio idrico.

Una classe di sindaci e consiglieri consapevole non approverebbe il consuntivo di Alto Calore,
espressione di una gestione che va avanti in totale continuità con le pagine più buie della storia di quell’Ente; una classe politica degna di questo nome chiederebbe conto se, ad esempio, sono stati o meno eseguiti gli interventi di ammodernamento previsti dall’ultimo aumento di tariffa approvato.

Una classe di sindaci e consiglieri preparati, anziché perdersi in lettere ed inviti dal sapore
populista, si chiederebbe se nei propri comuni, anziché sperperare risorse in piazzette e fontanelle inutili, sia stato fatto l’ammodernamento delle reti idriche e se nel bilancio di Alto Calore quelle reti compaiono o meno tra le poste del patrimonio.

Una classe politica degna di questo nome chiederebbe se, ad esempio, sia stata o meno ritirata la nuova richiesta di aumento della tariffa, e quali conseguenze questo può avere sugli equilibri di bilancio.

Getterebbe l’occhio sul perché aumenta la spesa per consumi elettrici in Alto Calore, anziché
considerarla una semplice voce del bilancio.

Perchè è evidente che dietro la mancanza di erogazione idrica ci sono questi problemi, non i
consumi anomali a causa del caldo, perché altre zone della regione e del meridione soffrono lo
stesso caldo, ma non vivono lo stesso problema.

Una classe politica degna di questo nome chiederebbe conto del perché non sia stato ancora
individuato il soggetto unico gestore del servizio idrico integrato e si renderebbe conto che l’ultima delibera di Arera, con cui si commissariano di fatto gli Ato inadempienti, ha come conseguenza per la nostra terra l’impossibilità di accedere alle risorse del PNRR in materia.
Ecco, una classe politica seria e preparata, se mai volesse affrontare seriamente la questione idrica, scriverebbe ben altro tipo di lettere e prenderebbe ben altre iniziative politiche.

Azione, da neonato movimento politico, molto umilmente è pronta a fare la sua parte in questa
battaglia; il dramma è che in Irpinia una classe politica degna di questo tipo manca da decenni.
Ed ecco che persino a ferragosto si continua a prendere in giro la gente di irpinia. Chapeau a tutti.
Giovanni Bove
Referente provinciale Azione

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